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SignAloud, i guanti che traducono il linguaggio dei segni

Comunicare è fondamentale per ogni essere vivente. A differenza di quello che si pensa linguaggio e lingua non sono sinonimi. Un esempio di linguaggio umano può essere il linguaggio dei segni, elaborato proprio per l’impossibilità di esprimere a parole  il nostro pensiero.

Ma per comunicare correttamente è necessario conoscere ‹‹la grammatica›› del linguaggio che si decide di utilizzare. Questo prerequisito può molte volte essere una barriera tra le persone mute e il resto della popolazione. Per ovviare questo problema, due giovanissimi scienziati -Thomas Pryor e Navid Azodi – hanno creato SignAloud, dei guanti capaci di tradurre in tempo reale il linguaggio dei segni.

SignAloud sono guanti leggeri ed ergonomici e si iscrive di diritto all’interno della catalogazione wear technology. I sensori presenti sono capaci di registrare la posizione della mano ed i suoi movimenti, così da inviare i dati raccolti ad un computer centrale, che tramite bluetooth, li tradurrà in linguaggio vocale grazie a un altoparlante.

Non è la prima volta che si cerca di tradurre il linguaggio dei segni, anche se nella maggior parte dei casi non si è raggiunto un buon risultato. ‹‹Qualcuno ha utilizzato input video, mentre altri hanno sensori che coprono nella loro interezza il braccio od il corpo di chi si appresta ad utilizzarli››, ha affermato Thomas Pryor.

Brunello Colli