Puntura di ape. Che fare?
In primavera ed in estate, la permanenza prolungata all’aria aperta espone chiunque ad un maggior rischio di contatto con insetti quali api, calabroni e vespe. La puntura di uno di questi insetti può creare dei problemi che vanno dal prurito al gonfiore fino alla reazione allergica.
Cosa fare subito dopo la puntura
Intanto, è bene dire cosa fare per prevenire l’attacco dell’ape. E’ meglio coprire tutti gli alimenti e le bibite per evitare di attirare insetti. Qualora si fosse avvicinati da un’ape, sarebbe consigliabile non agitarsi, anche se, a volte, questo non risulta facile. L’ape, infatti, attacca solo se spaventata.
Se ci si rende conto di essere stati punti da un’ape, la prima cosa da fare è quella di estrarre il pungiglione che, in genere, rimane sotto cute. Questo perché il pungiglione continua ad emettere veleno. Nel caso di irritazione o gonfiore limitati, sarà sufficiente applicare acqua fredda e ghiaccio. Il dolore scomparirà entro poche ore e la tumefazione poco dopo. In caso il gonfiore sia più preoccupante, è meglio contattare un medico o recarsi in pronto soccorso.
Il rischio di reazione allergica
In soggetti predisposti, la puntura di un’ape può dare luogo ad una forte reazione allergica che, nei casi più gravi può trasformarsi in shock anafilattico. Se non si interviene tempestivamente, lo shock anafilattico può condurre rapidamente alla morte.
L’unico intervento salva vita, in caso di shock anafilattico è l’iniezione di adrenalina.
Per i soggetti consapevoli di essere allergici, in caso ad esempio di scampagnata, è meglio girare muniti di apposito dosatore di adrenalina.