Se ti rendi conto di avere diversi disturbi come alterazioni dell’udito, del gusto, della lacrimazione, della salivazione e soprattutto ti accorgi che il viso è diventato leggermente asimmetrico e la bocca è “storta”, sei di fronte ad una paralisi, molto probabilmente la Paralisi di Bell.
Buona parte del viso è innervato dal nervo facciale, il settimo paio di nervi cranici (uno per lato) che originano dal tronco cerebrale, attraversano il cranio attraverso lo stretto canale di Fallopio per uscire dal cranio stesso appena dietro l’orecchio.
Da qui il nervo si dirama a diversi distretti facciali andando a comandare diversi muscoli del viso permettendo la mimica facciale, alla bocca di chiudersi, alle palpebre di chiudersi e il sorriso.
Questo nervo comanda anche la salivazione e la lacrimazione mentre riporta al cervello le sensazioni di gusto e attenua i rumori esterni.
Quando la funzione di questo nervo viene a mancare, si interrompono le comunicazioni nervose tra il cervello e tutte queste parti interessate dal nervo facciale rendendo il viso asimmetrico, con i muscoli rilassati da una parte.
Si verifica anche l’abbassamento di un angolo della bocca, la perdita di saliva, l’impossibilità di chiudere le palpebre di un occhio, alterazioni del gusto, dell’udito e della vista: è una paralisi del viso che può essere di diversi tipi ma quella prevalente è la Paralisi di Bell.
La differenza rispetto alle paralisi conseguenti ad un ictus o una ischemia anche temporanea è sostanziale. Nell’Ictus o nel TIA (attacco ischemico transitorio), si verifica una carenza o un’interruzione del flusso sanguigno in un’area cerebrale.
Questo avviene fondamentalmente per un coagulo che blocca il flusso sanguigno o per rottura di un vaso all’interno del cervello che provoca un’emorragia e la mancanza di sangue nell’area irrorata dal vaso che si è rotto.
Nella Paralisi di Bell non avviene nulla di tutto questo: per motivi che andremo a vedere si interrompo solo la trasmissione degli impulsi nervosi ma il cervello non subisce alcun tipo di problema.
Un casi molto rari la Paralisi di Bell si verifica su entrambi i lati del viso, nella quasi totalità dei casi si avrà la paralisi di un solo lato della faccia.
La Paralisi di Bell si verifica quando il nervo facciale si gonfia, si infiamma o viene compresso. Ricordiamo che questo nervo passa per lo stretto canale di Fallopio, quindi una sua infiammazione che lo fa gonfiare ne provoca anche la compressione all’interno del canale stesso.
In questa condizione la trasmissione degli impulsi nervosi si interrompe o comunque si altera fortemente dando origine ai problemi che abbiamo già descritto.
Le Cause precise di questa malattia non sono ancora determinate ma l’osservazione di una correlazione tra l’insorgenza della paralisi di Bell e una precedente forma influenzale fa supporre una correlazione tra l’infiammazione del nervo e l’attacco da parte di virus.
Non solo i virus influenzali sarebbero coinvolti nelle cause della malattia ma anche quelli dell’Herpes simplex, del raffreddore, della meningite virale e chissà quanti altri.
In alcuni casi lievi di paralisi di Bell si è riscontrata un’alterazione della guaina mielinica, lo strato lipidico che riveste il nervo, con conseguente alterazione della funzionalità del nervo stesso.
Si sono anche notate, tra le cause, correlazioni con l’otite, la pressione alta, il diabete, oltre a presenza di sarcoidosi, forme tumorali e ovviamente traumi cranici o lesioni al viso.
La Paralisi di Bell insorge improvvisamente ma impiega molto tempo a risolversi. La soluzione del problema può avvenire anche in molti mesi, in alcuni casi anche un anno e più, raramente il problema assume carattere di permanenza.
Poiché si tratta, alla base, di un’infiammazione del nervo, quali che siano le cause, la cura consiste soprattutto in somministrazione di cortisone per almeno 10 giorni, che poi si andrà a scalare fino a sospensione totale.
Un genere questa terapia accelera decisamente i tempi di soluzione ma si può avere ampio beneficio anche da trattamenti fisioterapici.
In o9gni caso è il medico a dover porre la diagnosi, spesso anche con il conforto di una TAC o una Risonanza Magnetica per avere la certezza che non si tratti, invece, di un’ischemia che, se trascurata potrebbe portare a peggioramenti anche preoccupanti.
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