I funghi rappresentano un alimento molto amato nelle cucine di tutto il mondo. Sono nutrienti e particolarmente ricchi di antiossidanti, infatti proteggono la salute delle cellule.
I ricercatori hanno però condotto uno studio per provare a capire se questo cibo gustoso che tanto amiamo mangiare possa anche proteggere l’uomo dal declino cognitivo.
I funghi sono buoni. Anche se alcuni sono commestibili e i negozi di alimentari li vendono nei loro corridoi “vegetali”, in realtà non possono essere catalogati come verdure. Essi sono in realtà funghi, una branca della flora a sé stante, che affianca il mondo di piante e animali nelle classificazioni biologiche.
I funghi commestibili, sia coltivati che selvatici, contengono una quantità elevata di fibre alimentari antiossidanti e proteine, oltre a vitamine e minerali. Tuttavia, una nuova ricerca ha messo in evidenza che le persone che integrano i funghi nella loro dieta, anche se in piccole porzioni, sembrano avere un minor rischio di deterioramento cognitivo, ovvero il preludio del morbo di Alzheimer.
Con il deterioramento cognitivo, una persona può essere soggetta ad alcuni sintomi caratteristici della malattia di Alzheimer, come scarsa memoria e problemi con il linguaggio e l’orientamento spaziale. Il tutto in un modo molto più sottile che non impedisce di continuare a condurre una vita pienamente funzionale.
I ricercatori dell’Università Nazionale di Singapore (NUS) vicino a Clementi hanno ipotizzato che mangiare i funghi potrebbe aiutare a preservare la funzione cognitiva in età adulta. Quindi, hanno condotto un accurato studio per vedere se potevano trovare prove a questo riguardo.
L’analisi dei ricercatori ha rivelato che mangiare più di due porzioni di funghi cotti a settimana potrebbe portare a un rischio inferiore del 50 percento di deterioramento cognitivo.
Il coautore dello studio, la dott.ssa Irwin Cheah, osserva che gli scienziati sono “molto interessati a un composto chiamato ergotioneina (ET), […] un antiossidante e antinfiammatorio unico che gli esseri umani non sono in grado di sintetizzare da soli”. Esso può essere ottenuto da fonti alimentari, tra cui i funghi.
Le sostanze derivate dai funghi commestibili potrebbero anche inibire la produzione di tau beta-amiloide e fosforilata, due proteine tossiche il cui accumulo nel cervello coincide con lo sviluppo dell’Alzheimer e di altre forme di demenza. Insomma tutto sembra correlato con l’apparato cerebrale. Motivo per cui, in futuro, i ricercatori vorrebbero condurre uno studio randomizzato e controllato che studi gli effetti della ergotioneina e di altri composti derivati dal mondo dei funghi sulla salute del cervello, verificando in particolare il loro ruolo protettivo contro il declino cognitivo.
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