Aneurisma: cos’è e come intervenire

L’aneurisma è una dilatazione che avviene in modo irreversibile all’interno del nostro organismo. Può essere più semplicemente definito come una specie di rigonfiamento dalla forma di una pallina.

Esso di solito si crea sulla parete di un vaso sanguigno, e più in particolare, spesso coinvolge un’arteria. Il tratto di parete vasale su cui si forma un aneurisma diventa molto più debole, pertanto rischia di dilatarsi e poi rompersi. La qual cosa porterebbe un sanguinamento copioso.

Gli aneurismi possono essere più o meno pericolosi a seconda di dove si sviluppano. Sicuramente quello più allarmante si forma in prossimo delle arterie dell’encefalo. A causa di questo infatti, si potrebbe finire con problematiche tipo l’ictus. Anche quelli dell’aorta sono gravi, in quanto possono provocare un’emorragia che arriva persino a stroncare il soggetto.

Pur non rompendosi i problemi permangono nell’organismo di chi ne è affetto. Questo in quanto, un aneurisma dalle dimensioni elevate può rendere difficoltosa la circolazione sanguigna e portare a formarsi dei coaguli di sangue o anche dei trombi.

Le cause

Gli aneurismi molte volte si formano in seguito ad un aumento costante della pressione arteriosa. Tuttavia giocano un ruolo determinante anche tutti i traumi o tutte le patologie che rendono più debole la parete dei vasi.

Ad esempio, ci sono aneurismi aortici che spesso vengono ricondotti alle patologie ereditarie, come la sindrome di Marfan, un’alterazione che indebolisce pure i tessuti connettivi (a causa della mutazione del gene FBN1 per la fibrillina 1).

Tra le altre cose, è bene tenere a mente che, l’avanzare dell’età, potrebbe potare le pareti dei vasi a non esser più elastiche come prima. Ragion per cui sarebbero più soggette alla dilatazione.

I sintomi

Sui generis, per quanto concerne i sintomi associati ad un aneurisma, ce ne sono ben pochi. Così come la diagnosi non è facilmente effettuabile, in quanto spesso avviene in modo accidentale. Il trattamento e la prognosi cambiano a seconda di dove si presenta e dalle sue dimensioni.

Esistono comunque persone che sono più protese allo sviluppo di queste particolari dilatazioni. Ragion per cui, qualora si conoscesse questa predisposizione, bisognerebbe attuare delle pratiche preventive.

Il trattamento

Se difficile è l’individuazione dell’aunerisma, particolare diventa anche il trattamento. Questo in quanto, soprattutto, esso si lega principalmente al tipo, alla dimensione e alla posizione

Di norma, comunque, la terapia farmacologica prevede all’inizio un abbassamento dei valori della pressione arteriosa usando farmaci vasodilatatori o beta-bloccanti.

Qualora la dilatazione fosse piccola e non ci sono sintomi, il medico può soltanto invitare il paziente ad effettuare regolari check-up. Questo semplicemente per monitorare l’evoluzione dell’aneurisma e per valutare un approccio chirurgico qualora le cose precipitassero.

Interventi chirurgici

Se richiesta dalla situazione, comunque, l’operazione chirurgica viene posta in essere in maniera differente seconda della forma e della tipologia di aneurisma. Abbiamo pertanto:

  • Riparazione tradizionale (open). Viene esperita in caso di aneurisma in un’area accessibile, come nell’addome. In tal caso avviene una semplice rimozione chirurgica ed il vaso può essere riparato o sostituito da un materiale artificiale;
  • Approccio chirurgico extravascolare (clipping). Si tratta di un intervento chirurgico esperito sulla sacca aneurismatica per evitare che colpisca la circolazione. Esso consiste in una graffattura sul colletto dell’aneurisma, su cui si pone una clip di metallo;
  • Tecnica endovascolare (embolizzazione endovascolare). In questo caso, attraverso un micro-catetere (tubo molto sottile che entra nei vasi sanguigni) si arriva direttamente all’aneurisma per posizionare uno stent. Grazie a questo intervento comincia una reazione di coagulazione(autotrombizzazione) che rende più forte la parete alterata del vaso sanguigno.

Quest’ultimo descritto è l’intervento più sicuro, specialmente, se si tratta di aneurisma cerebrale. La procedura, inoltre, non comporta un taglio invasivo per addentrarsi nel punto interessato. Il che consente al paziente di recuperare più rapidamente rispetto alla chirurgia tradizionale.

Redazione

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