I risultati di un esperimento effettuato sui cervelli di alcuni maiali ha offerto risultati piuttosto importanti: ore dopo la morte dei suini la circolazione sanguigna e le funzioni del cervello sono stati ripristinati, nonostante non sia stata riscontrata attività elettrica associata al cervello. L’esperimento potrebbe portare alla scoperta del legame che c’è tra vita e morte, oltre che a un notevole progresso scientifico nell’ambito delle malattie neurodegenerative.
Grazie a uno strumento chiamato BrianEx è stato possibile studiare 32 cervelli di maiale dopo la morte dei suini: i cervelli sono stati ottenuti da un macello per poter permettere lo studio accurato del comportamento cerebrale dopo la morte.
Il dispositivo si basa su un sistema che serve a pompare, se a temperatura ambiente, BEx perfusato (sostituto del sangue ottenuto da sostanze protettive e agenti di contrasto) nelle arterie. I cervelli sono stati immersi tutti nel dispositivo per oltre sei ore, mostrando segni di rigenerazione cerebrale e di connessioni sinaptiche.
Dopo una prima fuga di notizie che c’era stata nel 2018, i risultati dell’esperimento dell’Università di Yale sono stati pubblicati sulla rivista Nature. L’esperimento ha dimostrato che nei grandi mammiferi e nell’uomo il cervello conserva, anche dopo la morte dell’organismo, la capacità di ripristinare alcune funzioni cellulari e la circolazione sanguigna.
La tecnologia utilizzata per dimostrare quanto teorizzato sui cervelli dei maiali potrebbe essere importantissima nell’ambito di alcune malattie neurodegenerative e nel trattamento dell’ictus.
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