I fastidi agli occhi e i vari inestetismi sono le noie più grandi per un essere umano. Questo perché comunque si tratta di un punto delicato, soprattutto quando la parte coinvolta è all’altezza delle palpebre. In questo frangente, per la cura e la guarigione bisogna avere una gran dose pazienza e curare il problema in modo accorto e minuzioso, andando all’origine del problema. Tra questi fastidiosi problemi all’apparato oculare, ce n’è uno che desta maggiori noie, rispetto ad altri, ovvero l’orzaiolo all’occhio.
L’orzaiolo è una infezione che si forma in prossimità delle ghiandole presenti sulle palpebre. Il sintomo più comune (e visibile) è dato da una specie di gonfiore. Porta un gran fastidio perché non solo può manifestarsi all’interno della palpebra superiore ma anche in quella inferiore e internamente o esternamente.
Anzi la protuberanza gonfia spesso tende a colpire le ghiandole di Meibomio (le stesse colpite dal calazio). Viceversa quando colpisce all’esterno la zona infettata si stanzia in particolare sulle ghiandole di Zeis. Ambedue le ghiandole appena nominate sono facilmente colpite da questa patologia. Esse sostanzialmente hanno come scopo quello di secernere il sebo che aiuta la palpebra a scivolare sulla superficie dell’occhio senza traumi.
Nel caso in cui vengono colpite da orzaiolo, queste ghiandole tendono ad essere bloccate e per tale motivo non rilasciano il liquido usuale. Di conseguenza questo liquido si concentra all’interno provocando il gonfiore e aumentando la consistenza dell’infezione.
Le cause dell’orzaiolo si possono ricondurre a molteplici cause. Trattandosi di un disturbo altamente infettivo, esso può provenire dal contatto con un altro individuo affetto da orzaiolo. O ancora può giungere in modo del tutto indipendente, a causa della presenza di batteri presenti sulle ciglia. Altre cause riconducibili sono legate alla scarsa igiene dell’occhio. In casi rari dipende anche dallo stress.
L’orzaiolo non dovrebbe mai essere preso sottogamba. In caso contrario infatti tende ad aggravarsi e può salire allo stadio più grave (che è quello del calazio). Motivo per il quale va trattato e curato in modo approfondito.
L’orzaiolo è una patologia fastidiosa ma non grave. Ovviamente si tratta pur sempre di infezione, pertanto si deve curare con attenzione. In caso di gonfiore bisogna chiamare immediatamente il medico per una diagnosi precisa. Questo perche quando la palpebra si gonfia, può dipendere da una serie di problemi e pertanto non bisogna sbagliare diagnosi.
Può succedere che nel giro di qualche giorno il rigonfiamento scoppi da solo, così da rilasciare il liquido accumulatosi. In tal senso giova evidenziare che non si deve provare a scoppiare l’orzaiolo con le proprie mani, altrimenti l’infezione dilaga. Per cui per alleviare il dolore e accelerare la guarigione si possono fare degli impacchi con acqua tiepida.
Qualora il problema non dovesse sparire da solo, occorre sottoporsi a cura farmacologica. Di solito, le modalità più note sono date da pomata o collirio a base di antibiotici come Tobramicina, Eritromicina e Vancomicina.
Uno spiraglio esiste se si pensa che l’orzaiolo in genere, qualora diagnosticato in tempo, (nonché tenuto pulito e curato con le apposite pomate prescritte dal medico) non dura poi chissà quanto. Prestando la massima attenzione al trattamento, andrà via in una media di 2-4 giorni.
Come spiegato poc’anzi, la cosa importante è mantenere pulita la parte gonfia, così da evitare che l’infezione proliferi e che dunque coinvolga una parte dell’occhio più vasta.
L’orzaiolo dunque non può essere considerato come una patologia non grave se diagnosticata per tempo. Essa coinvolge più comunemente sia adulti che bambini. Di norma bastano delle poche e semplici precauzioni. Qualora si gonfi la palpebra meglio chiamare il medico di fiducia per una diagnosi immediata e precisa.
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