Anosmia: cause e rimedi
L’anosmia rappresenta la perdita di olfatto. Si tratta di un disturbo che può provenire anche da un raffreddore o a volte da altre patologie gravi e non. Eccezion fatta per alcuni casi particolari, è una condizione medica che si risolve facilmente e non comporta pericoli per la salute.
È bene sottolineare che, in alcuni rarissimi casi, esiste la possibilità di nascere senza il senso dell’olfatto. In questo caso si parla di anosmia congenita. Non si tratta di una patologia molto grave: tuttavia non è cosa semplice vivere senza avere percezione di odori e sapori. Dunque il soggetto anosmatico potrebbe sentirsi a disagio e peggiorare questa condizione in uno stato depressivo.
Le cause
Le cause dell’anosmia provengono da una moltitudine di situazioni. Pare infatti che la perdita dell’olfatto sia proveniente da:
- congestioni nasali: un normale raffreddore, ma anche allergie frequenti, riniti o sinusite cronica;
- polipi nasali: delle protuberanze (di origine benigna) che crescono all’interno del naso ostruendo le vie respiratorie;
- lesioni ai nervi nasali: situazioni patologiche derivanti da traumi o interventi chirurgici;
- esposizioni continue a sostanze chimiche tossiche;
- abuso di farmaci: antibiotici, antinfiammatori, antidepressivi, antidolorifici, ecc;
- dipendenza da droga;
- senilità: una visiva diminuzione dei sensi per soggetti over 60 anni;
- sclerosi multipla, morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson, disturbi ormonali, e così via;
- affezione da radiazioni: terapie usate durante la cura di alcuni tipi di cancro;
- difetti strutturali: ossa o setto nasale deviati;
- carenze nutrizionali: grave deficienza di alcune vitamine (A, B6 e B12).
Ci sono inoltre alcune condizioni mediche legate all’anosmia, tra cui iperosmia (senso dell’olfatto estremamente sensibile), parosmia (contrapposizione degli odori); fantosmia (il soggetto affetto avverte odori laddove non esistono oggettivamente).
Per quanto concerne i sintomi dell’anosmia, è palese che il primo grande sia la totale assenza di sentire odori. Tuttavia ci possono essere anche delle avvisaglie, ovvero delle alterazioni olfattive in cui si verifica soprattutto una alterazione degli odori o un calo della loro intensità.
Come avviene la diagnosi sull’anosmia?
Per poter capire facilmente se si è affetti da anosmia, la diagnosi avviene sulla base di molteplici step. In primis ci si deve sottoporre ad una visita otorinolaringoiatra per cercare di stabilire lo stato di salute di orecchie, naso e gola. A questo punto si passa al test olfattometrico per la valutazione sulla capacità di sentire gli odori.
Dopodiché siamo pronti per l’esame del sangue, che andrà a rilevare la carenza di vitamine o altre patologie. Infine potrebbe essere necessario sottoporsi ad una risonanza o tomografia per rilevare o meno la presenza di anomalie nel cervello.
La cura
Per quel che concerne la cura dell’anosmia, essa avviene in base a quella che è la sua causa scatenante. Se la mancanza di sensibilità agli odori proviene da uno stato influenzale o da un raffreddore, la cura sarà a base di decongestionanti. Questi ultimi infatti hanno lo scopo di aprire le vie nasali per rendere più agevole la respirazione.
Qualora l’anosmatico soffra di allergia, la cura sarà viceversa basata sull’assunzione di corticosteroidi nasali. Invece, se l’insensibilità degli odori dipende da rinopatie infettive, occorre somministrare al paziente il giusto antibiotico.
Quando l’anosmia dipende dalla presenza di polipi al naso non c’è altra soluzione se non quella di operarsi chirurgicamente. Questo perché il medico deve rimuovere la causa dell’ostruzione e verificare se trattasi di formazioni non cancerose. È questa una tecnica chirurgica usata anche in presenza di deviazioni del setto nasale.
Quando invece ci sono delle carenze nutrizionali (spesse provocate da una cattiva alimentazione) c’è bisogno di cambiare regime per inserire nella dieta l’eventuale vitamina mancante.
Infine, esistono situazioni in cui questo tipo di disturbo non ha rimedi. Più in particolare stiamo parlando della anosmia congenita, di quella proveniente dalla vecchiaia, ma anche di quella provocata da danni a carico dell’area olfattiva cerebrale.