L’apnea notturna è una interruzione del ritmo respiratorio per lassi di tempo che vanno dai 30 ai 40 secondi. Ovviamente si tratta di interruzioni del tutto involontarie che si verificano soprattutto durante il sonno, e quindi in piena notte. Si possono verificare sia un paio di volte l’ora, sia 50-60 in un’ora, provocando semirisvegli e russamento incontrollato. Il tutto accompagnato anche da movimenti scomposti che disturbano chi eventualmente dorme con chi ne è affetto. Non è una malattia e non può essere curata da farmaci o terapie. Ma al contempo non è una condizione da trascurare.
Le apnee notturne dipendono in particolare da quelle condizioni di ostruzione delle prime vie aeree (faringe, laringe). Queste ultime vengono provocate, in particolar modo, dalla posizione supina che causa la caduta della lingua sul fondo della gola.
I soggetti più colpiti sono quelli in sovrappeso, nonché quelli con conformazioni del collo o della mandibola particolari. Tuttavia in generale tutti ne possono essere colpiti, persino i bambini.
Il segno tipico di questa condizione è dato dal russamento. Un segno che spinge le persone a recarsi immediatamente dal medico.
È facile capire che una simile condizione causa con il passare del tempo degli scompensi. Questi possono fondarsi sulla regolazione del battito cardiaco, nonché sulla pressione arteriosa e su altri complessi processi legati al metabolismo. La qual cosa comporta difficoltà a risvegliarsi, poca concentrazione, irritabilità. Tutti sintomi di una cattiva qualità del sonno.
La conseguenza più immediata comporta un sonno molto disturbato. Il che si riflette sulla nostra vita quotidiana e su coloro che ci circondano. Ma ovviamente ci sono tanti altri atteggiamenti consequenziali all’apnea notturna. Un esempio pratico può essere dato da una condizione di ipersonnia diurna. Quest’ultimo, nello specifico si verifica in quei soggetti che sono interessato da attività pericolose o sono alla guida molte ore durante il giorno. Ragion per cui, di solito chi soffre di questo disturbo dovrebbe segnalarlo ogni qual volta tende ad effettuare il rinnovo della patente per lavoro (e non solo).
Ci so o comunque tante altre patologie provocate da una cattiva qualità del sonno portata dall’apnea notturna (OSAS). Ad esempio l’ipertensione arteriosa, in particolare nelle persone più giovani e che sono immuni alle terapie. O anche in chi è in sovrappeso.
Nel momento in cui si presenta questo problema, come prima cosa bisogna dirlo al medico. Lo specialista infatti, se lo ritiene opportuno sottoporrà il paziente ad una polisonnografia. Si tratta di un test attraverso cui registrare tutti gli avvenimenti che si verificano all’organismo durante le fasi del sonno.
Se l’esame è positivo, vuol dire che è giunto il momento di recarsi presso uno dei centri specializzati in questo campo. Questi ultimi sapranno darci un indirizzo per gestire la patologia, così da avere la possibilità di stabilire quelli che sono i rimedi più idonei al caso. Spesso comunque si fa fronte al pensiero insufflando aria nelle via aeree in modo molto semplice. In alcuni rari casi si potrebbe anche proporre degli interventi chirurgici al palato.
Quando si soffre di apnea notturna è giusto recarsi in centri specializzati che possano sottoporre il paziente ad un iter diagnostico nonché terapeutico. In questo modo si riesce a tenere sotto controllo il problema clinico, sia esso di natura pneumologica, cardiologica, metabolica o ORL.
Pare infatti che il primo passo per provare a stabilire un grado discreto di benessere consiste nella consapevolezza e nel riconoscimento di voler a tutti i costi risolvere il problema. Anche se in linea di massima in molti ignorano la questione.
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