La valeriana – conosciuta scientificamente con il nome di Valeriana officinalis – è una pianta a fiore, la più comune del genere delle Valerianacee, che contano più di 150 specie. Conosciuta ampiamente non soltanto dal punto di vista medico ma anche per quanto riguarda prodotti o integratori di erboristeria, la valeriana è ampiamente utilizzata come calmante naturale. Al di là delle numerose proprietà terapeutiche che esse comporta, e che la rendono quindi consigliata sia in ambito medico che in quello fitoterapeutico, essa presenza anche delle controindicazioni che vanno necessariamente prese in considerazione.
Chiamata in questo modo in virtù del verbo latino da cui deriva, valere (la cui traduzione in italiano è “stare bene”), la valeriana è una pianta a fiore appartenente al genere delle Valerianacee, da non confondere con l’omonima il cui utilizzo avviene prettamente all’interno dell’insalata.
La pianta erbacea si presenta attraverso un’altezza che, in condizioni ottimali, può raggiungere i 150 centimetri, e radici fibrose che emanano un odore piuttosto sgradevole. I fiori formano una infiorescenza detta corimbo: si tratta di fiori ermafroditi e a 5 petali. Il frutto di questa pianta erbosa è un achenio striato provvisto di setole piumose.
In base alle sue componenti, la valeriana viene utilizzata sia in ambito medico che in ambito fitoterapeutico, soprattutto come calmante. Essenzialmente, dalla pianta possono essere ricavati oli essenziali (esteri dell’acido valerianico, esteri dell’acido valerico, cariofillene, terpinolene, valerenolo, valerenale e composti diterpenici conosciuti come irinoidi), alcaloidi (valerina, actinidina, catinina e alfa-pirrilchetone) e flavonoidi (linarina, 6-metilapigenina ed hesperidina).
Grazie a questi mediatori chimici, si può capire molto facilmente come venga utilizzata la valeriana: grazie all’eccitabilità neuronale che essi comportano, viene favorito il rilassamento dell’organismo e il sonno. La stessa situazione di relax e sonno deriva anche dalle componenti estratte dalla radice, la parte più maleodorante della valeriana stessa. In virtù di queste caratteristiche, è fortemente consigliato il consumo di valeriana in caso di insonnia, ansia o disturbi vari del sonno. In più, essa può essere utilizzata anche come contrasto per crampi e sindrome dell’intestino irritabile, grazie al ruolo di terpeni e flavonoidi che possono agire come recettori di adenosina, spesso responsabile dei crampi alla muscolatura liscia.
Accanto alle numerose proprietà terapeutiche, la valeriana presenta anche delle controindicazioni che non possono non essere prese in considerazione. Innanzitutto, è altamente sconsigliata la somministrazione di valeriana a bambini inferiori a 6 anni, donne in gravidanza o in periodo di allattamento, a causa dell’azione sedativa della pianta erbosa che, così come i barbiturici, non va assolutamente assunta in un periodo così delicato.
Al di là di queste, c’è da sottolineare che un consumo reiterato ed eccessivo di valeriana può comportare emicrania, pressione alta ed eccitabilità. Infine, sembra strano ma assumendo valeriana in dosi eccessive può comportare insonnia.
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