Acidità di stomaco: cos’è e come si cura
L’acidità di stomaco, conosciuta anche come bruciore di stomaco o attraverso il nome – usato in ambito medico – di pirosi, è una condizione piuttosto comune in qualsiasi fascia di età, e legata a tante possibili condizioni. Per questo motivo, non è semplice stabilire quale sia la causa scatenante a determinare l’acidità gastrica, anche in virtù dell’incidenza molto alta nella popolazione, che la rende una delle condizioni più comuni e fastidiose. Trattare l’acidità di stomaco può essere curata in tanti modi possibili, dai rimedi farmacologici fino a quelli naturali.
Che cos’è l’acidità di stomaco e come si presenta
L’acidità di stomaco, conosciuta anche come pirosi o acidità gastrica, è una condizione piuttosto comune che colpisce pazienti di ogni età e genere, avendo un’incidenza piuttosto alta nella popolazione. Trattandosi di una condizione abbastanza comune, e determinata da tante possibili cause, non è semplice determinare quale sia la scatenante di una condizione che arreca molti fastidi in chi ne soffre.
Le manifestazioni più comuni dell’acidità di stomaco sono, generalmente, una sensazione di bruciore che si avverte a livello dello stomaco e, gradualmente, tende a risalire verso il collo. In base al tipo di acidità di stomaco che si presenta nel paziente, è possibile fare una differenza tra le possibili cause di questa condizione piuttosto fastidiosa e dolorosa.
Cause dell’acidità di stomaco
Tra le possibili cause dell’acidità di stomaco ci sono, in base ai sintomi che presenta ogni paziente:
- gastrite acuta: si tratta di un processo generico di infiammazione delle pareti gastriche interne, che non porta a conseguenze più gravi e che deriva da abitudini alimentari sbagliate o dall’assunzione smodata di alcol o fumo. In definitiva, alcol, fumo, alimenti difficili da digerire, pranzi troppo abbondanti, farmaci o stress possono portare a bruciori acuti che passano in poco tempo e non hanno ripercussioni gravi nella salute dell’individuo;
- ulcera gastrica: sopraggiunge, di solito, al termine di un pasto. Si usa distinguere l’ulcera gastrica da un’infiammazione delle pareti gastriche se la sensazione di bruciore si presenta entro 30 minuti dal termine di un pasto;
- ulcera duodenale: si ha quando i sintomi si presentano anche lontano dai pasti, come di notte, e si intensificano nel caso in cui si assume cibo;
- reflusso gastroesofageo: si può parlare di questa particolare patologia quando il bruciore non interessa soltanto l’area gastrica, ma tende a risalire verso l’alta, interessando tutta la zona dell’esofago fino alla gola, portando a frequenti fenomeni di eruttazione e vomito. Un modo piuttosto intuitivo per capire se si soffre di reflusso gastroesofageo è notare il comportamento che si assume in caso di cambi posturali (quando ci si china per allacciarsi le scarpe, ci si stende sul letto o ci si alza dallo stesso);
- ernia iatale: la patologia del reflusso gastroesofageo può essere, talvolta, determinata, dall’ernia iatale, che si verifica quando una parte più o meno estesa del tratto intestinale passa dalla zona addominale a quella toracica;
- ansia o fattori emozionali: tra le cause che possono determinare l’insorgere di fenomeni di acidità di stomaco ci sono, sicuramente, ansia e fattori emozionali vari, anche se il loro effetto non è duraturo, a meno che il soggetto non sia particolarmente ansioso.
Come curare l’acidità gastrica: rimedi farmacologici e naturali
Curare l’acidità di stomaco è possibile attraverso numerosi metodi, da quelli farmacologici a quelli naturali o “fai da te”, che permettono di alleviare i sintomi di un’acidità che arreca numerosi fastidi al paziente. I farmaci consigliati, ovviamente, sono antiacidi e procinetici (quelli, cioè, che accelerano uno svuotamento dello stomaco e del tratto gastrico).
Tra i rimedi naturali che possono essere adottati per contrastare l’acidità di stomaco c’è l’utilizzo di bicarbonato di sodio, che serve ad alleviare l’acidità di stomaco, pur avendo – però – un effetto poco duraturo, così come il latte. In caso di dispepsia, invece, è consigliato utilizzare aloe, finocchio, menta, cumino, assenzio, carciofo o rabarbaro.