La diarrea del viaggiatore è una condizione tutt’altro che rara, che convenzionalmente viene definita tale in presenza di determinate patologie o condizioni. Si usa utilizzare l’espressione “diarrea del viaggiatore” quando un paziente inizia a sviluppare una sindrome caratterizzata da diarree di intensità variabili a seguito del viaggio da Paesi sviluppati a Paesi in via di sviluppo.
Nonostante si possa pensare che, in virtù dello sviluppo sempre più costante di nuovi Paesi, la condizione sia rara o in via di diminuzione, la diarrea del viaggiatore è una condizione piuttosto comune, che colpisce il 20-50% dei pazienti che viaggiano verso Paesi Tropicali, i quali presentano almeno un episodio diarroico nel corso della sua permanenza nel Paese in questione.
La diarrea del viaggiatore è una condizione molto pericolosa e fastidiosa, che colpisce quei viaggiatori provenienti da Paesi sviluppati, che si trasferiscono presso Paesi in via di sviluppo e con condizioni igienico-sanitarie arretrate.
Questa particolare condizione, piuttosto comune (colpisce tra il 20 e il 50% dei viaggiatori, specie se non si adottano tutte le condizioni di sicurezza del caso), porta a scariche diarroiche che possono essere associate a vomito, crampi addominali e febbre. Nonostante nella maggior parte dei casi queste condizioni si riducono in poco tempo, alcuni casi possono portare a una persistenza della patologia che dura fino a 10 giorni.
I sintomi e le manifestazioni della diarrea del viaggiatore sono, nella maggior parte delle volte, molto violenti e caratteristici. Essenzialmente l’episodio è acuto e brutale, e porta il paziente a presentare episodi di diarrea generalmente acquosa, che si accompagnano a dolori addominali crampiformi e, più raramente, da vomito e febbre.
Le feci, allo stesso tempo, possono essere un indicatore necessario di diarrea del viaggiatore: al di là della consistenza liquida, esse sono anche di colore bianco, in quanto non contengono muco, sangue o globuli bianchi. Essenzialmente, le manifestazioni si presentano durante i primi dieci giorni di viaggio, e portano ad un massimo di 4-8 scariche giornaliere.
Tra le cause principali di diarrea del viaggiatore, ci sono quelle di natura batterica, virale e parassitica: il contatto con batteri, virus e parassiti dei Paesi in via di sviluppo avviene generalmente attraverso acqua contaminata, cibi crudi o cibi poco cotti. Tra le cause principali di diarrea del viaggiatore ci sono:
Prevenire la diarrea del viaggiatore è possibile, ma non attraverso un vaccino o un rimedio fisso che possa portare a evitare – a priori – questa difficile e fastidiosa condizione. Per questo motivo, al fine di prevenire questa condizione, è bene adottare alcune norme, soprattutto igieniche e alimentari, che possono portare a scongiurare qualsiasi rischio quando si viaggia in un Paese in via di sviluppo o più arretrato dal punto di vista igienico e sanitario.
La prima cosa da fare è mangiare cibi solo se ben cotti: cibi crudi o poco cotti, soprattutto frutta, verdura, carni poco cotte o latticini, potrebbero portare a intensificare i casi di contagio. Allo stesso tempo, una norma basilare da tenere ben presente è quella di consumare acqua solo se in bottigliette ben sigillate: è altamente sconsigliato bere acqua di rubinetto (o di fontana) o cubetti di ghiaccio. Quella stessa acqua va utilizzata anche per lavarsi i denti, se i casi di contagio o i rischi dello stesso sono piuttosto elevati.
Il trattamento adottato per la cura della diarrea del viaggiatore si basa, invece, sulla reintegrazione di acqua e sali minerali, persi con le varie scariche diarroiche. Per frenare l’impatto negativo della condizione, è consigliato l’utilizzo di antispastici e antidiarroici; nelle forme più gravi della patologia stessa, invece, i medici possono prescrivere anche una cura antibiotica. La cura, naturalmente, può essere di diverso tipo in base alle condizioni specifiche che presenta il paziente.
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