Narcolessia: sintomi e come risolvere il problema

La narcolessia, conosciuta anche con l’espressione convenzionale di malattia del sonno, è una condizione patologica che presenta dei sintomi piuttosto chiari, come sonnolenza, cataplessia, paralisi del sonno e allucinazioni ipnagogiche. Le manifestazioni, indicatori comunissimi della patologia stessa, sono anche le conseguenze più gravi di una malattia di cui possono essere, attualmente, controllati soltanto i sintomi. Tutto ciò che c’è da sapere sulla malattia che dura per tutta la vita, pur non essendo mortale.

Quali sono i sintomi della narcolessia

La sintomatologia della narcolessia prevede numerose manifestazioni, molto chiare e semplici da identificare, che caratterizzano le conseguenze principali della malattia stessa, da cui non ci si può liberare durante la vita. La narcolessia, in effetti, è una malattia che accompagna l’uomo fino alla morte, perdurando tutta la vita insieme ai suoi sintomi, pur non essendo mortale.

Tra i sintomi principali della narcolessia ci sono:

  • Attacchi di sonno improvvisi e costanti: gli attacchi di sonno non hanno una logica o una collocazione temporale precisa, essendo improvvisi; generalmente, essi si presentano con maggior frequenza dopo i pasti, ma possono manifestarsi in qualsiasi momento: alla guida, mentre si parla con qualcuno, durante il pasto stesso o in altre situazioni in cui c’è poco o nullo movimento. Gli attacchi hanno una durata variabile che va dai 15 ai 60 minuti, si presentano più volte durante la giornata e difficilmente il soggetto ne è conscio: nelle rare volte in cui la narcolessia è progressiva, il paziente ha il tempo per sistemarsi in modo da non subire il crollo. L’attacco narcolettico porta il soggetto a sentirsi riposato dopo ogni dormita, anche se il sonno è breve;
  • Eccessiva sonnolenza: nonostante il numero delle ore di sonno sia complessivamente simile a quello di una persona che non ne soffre, il narcolettico presenza – tra i suoi sintomi principali – una sonnolenza eccessiva e smodata, che deriva dalla qualità del sonno notturno. Provocando, la narcolessia, un sonno mai profondo, durante il giorno sono numerosi i momenti in cui il soggetto presenta stanchezza e sonnolenza;
  • Cataplessia: si tratta della seconda condizione più comune, dopo la sonnolenza e gli attacchi di sonno, che caratterizza la narcolessia. Essa è caratterizzata da una perdita repentina ed eccessiva del tono muscolare, che avviene a seguito di numerosi fattori: forti emozioni – come rabbia -, risate o rapporti sessuali. La cataplessia porta ad una crisi conscia di cui viene conservato il ricordo e che, generalmente, dura qualche secondo;
  • Allucinazioni ipnagogiche e ipnopompiche: le allucinazioni sono parte integrante della narcolessia, e il paziente tende a confonderle con la realtà; essenzialmente esse sono di tipo visivo o uditivo, e sono descritte come sogni che si verificano durante il passaggio dal sonno alla veglia (se ipnagogiche) o nella fase finale del sonno (se ipnopompiche);
  • Paralisi ipnagogiche: posso avere una durata che va dai pochi secondi ai pochi minuti, e si caratterizzano con l’impossibilità di muoversi durante il sonno o, più nello specifico, durante la fase R.E.M.

Come curare la narcolessia e come prevenirla

Non esiste un rimedio per prevenire o curare la narcolessia, ma soltanto trattamenti che servano ad agire direttamente sui sintomi della patologia, al fine di lenirli, ridurli o semplicemente evitare che si presentino con frequenza. Tra i rimedi più utilizzati per il trattamento della narcolessia è consigliato:

  • Effettuare pisolini (anche brevi, di 15-20 minuti) dopo i pasti, nel momento in cui gli attacchi di sonno sono più frequenti;
  • Effettuare pisolini durante il giorno, per avere un controllo della narcolessia durante tutta la giornata se si devono effettuare attività di grande importanza;
  • Mangiare frutta e verdura durante il giorno, evitando di consumare pasti pesanti prima di attività importanti;
  • Informare necessariamente della propria condizione: essere narcolettici non va visto come un motivo di vergogna, ma potrebbe essere frainteso con pigrizia e scarsa attitudine lavorativa;
  • Utilizzare farmaci – anche se il trattamento farmacologico non è obbligatorio – sotto consiglio medico: tra i farmaci maggiormente prescritti ci sono Modafinil, Dextroamphetamine, Metilfenidato, Sodio Oxibato e Pitolisant Hydrochlorid, che servono non soltanto a trattare i sintomi di sonnolenza eccessiva e attacchi di sonno, ma agiscono anche su cataplessia, paralisi del sonno e allucinazioni.

Al fine di prevenire, quanto più possibile, attacchi di sonno e altri episodi legati alla narcolessia, bisogna utilizzare tutte quelle misure di sicurezza possibili che non rientrano in prescrizioni mediche o nell’uso di farmaci, ma in indicazioni di buonsenso da parte del paziente. La narcolessia si presenta essenzialmente in fase di adolescenza, e dura tutta la vita: ergo, va trattata per quello che è, una forma di disabilità che merita tutte le attenzioni del caso da parte del paziente e non solo.

Non esistendo alcuna misura specifica per la prevenzione, bisogna effettuare tutte quelle azioni che sono funzionali al proprio benessere fisico. Effettuare un qualsiasi cosa che porterà a forti emozioni, ad esempio, è sconsigliato in quanto porterà ad intensificare attacchi di narcolessia, e così via. Molte situazioni, in questo modo, possono essere evitate anticipatamente al fine di salvaguardare il proprio benessere.

Redazione

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