Alimenti che contengono ferro assimilabile: quali sono
Il ferro è molto importante per il nostro organismo. All’interno del corpo umano svolge delle funzioni davvero significative. Ecco perché questo minerale non dovrebbe mai mancare. Per questo motivo dovremmo cercare di introdurlo maggiormente attraverso l’alimentazione. Non si tratta soltanto di consumare più alimenti che contengono ferro, ma è importante anche fare attenzione alle associazioni tra i cibi, per favorire l’assimilazione del ferro da parte dell’organismo. Niente affatto di così complicato. Basta infatti seguire delle semplici regole, che ci aiutano ad agire nel modo più giusto.
Il ferro eme e il ferro non-eme
Per comprendere anche maggiormente l’importanza di introdurre il ferro nel corpo attraverso il consumo di cibi adeguati, è importante distinguere fin dall’inizio due forme differenti di ferro. Si tratta del ferro eme e del ferro non-eme.
Il primo è presente soprattutto nei cibi di origine animale, quindi in particolare nella carne e nel pesce. Per l’organismo è più facile assimilare questa forma. Al contrario, il corpo umano riesce più difficilmente ad assimilare il ferro non-eme. Questa forma di ferro si trova soprattutto nei cibi di origine vegetale.
Tutto ciò non significa affatto che il ferro di origine vegetale non abbia alcuna funzione importante. I cibi vegetali sono molto importanti dal punto di vista nutrizionale. Basta saperli associare nel modo giusto.
I cibi con ferro eme
Ma vediamo quali sono soprattutto gli alimenti che contengono ferro eme, quindi quello di origine animale. I cibi in cui questo minerale è presente in maggiore quantità sono il fegato e le frattaglie, la carne bianca, in maniera particolare quella di tacchino, il pesce azzurro e i frutti di mare. Inoltre troviamo il ferro eme anche nel tuorlo d’uovo.
I cibi con ferro non-eme
Gli alimenti che contengono ferro non-eme, quindi quelli di origine vegetale, sono soprattutto alcuni come il cacao, le verdure a foglia verde, i legumi, i cereali integrali, la frutta secca e la farina di soia.
Abbiamo specificato che il ferro non-eme è più difficile da assimilare. Per facilitare il processo di assimilazione da parte dell’organismo, sarebbe importante associare ai cibi che abbiamo nominato degli alimenti che contengono soprattutto vitamina C.
Questa sostanza nutritiva svolge un ruolo importante, perché rende il ferro più assimilabile. Invece, per non vanificare il processo, bisognerebbe evitare associazioni con altri cibi, come quelli che contengono in abbondanza calcio, per esempio il latte, e poi con il caffè e con il tè.
Perché il ferro è importante nell’organismo
Il ferro è davvero un minerale molto importante per garantire il corretto funzionamento dell’organismo. Nello specifico passiamo a vedere quali sono le funzioni più importanti che il ferro svolge all’interno del corpo umano.
Soprattutto il minerale in questione serve per produrre l’emoglobina. Quest’ultima è una proteina che ha il compito di trasportare l’ossigeno. Si lega ai globuli rossi e diffonde l’ossigeno in tutte le parti del corpo.
È indispensabile che ci sia un giusto apporto di ferro, per assicurare le adeguate riserve di emoglobina, perché una carenza potrebbe causare molti problemi di salute.
L’anemia
La carenza di ferro è la cosiddetta anemia. Si tratta di un disturbo che non deve essere sottovalutato, perché potrebbe portare a delle complicazioni che devono essere attentamente valutate da un medico esperto.
D’altronde non dimentichiamo nemmeno che il ferro è impiegato anche nella produzione della mioglobina, un’altra importante proteina che interviene nei processi di tipo metabolico.
Il problema della carenza di ferro e quindi dell’anemia che può subentrare in certe condizioni deve essere sempre oggetto di attenta valutazione e di discussioni con il medico di fiducia.
Sono varie le cause che possono portare all’anemia. Per esempio questo problema può essere causato da una ridotta produzione di globuli rossi oppure da processi che portano alla perdita dei globuli rossi stessi, come una fuoriuscita di sangue abbondante a causa di ferite o della rottura di organi interni.
A volte ci sono anche delle malattie, come la sferocitosi e le patologie emolitiche, che possono portare alla distruzione dei globuli e quindi ad una carenza di ferro. Molti sono i fattori di rischio che intervengono nel determinare l’anemia.
La ricerca scientifica ha riscontrato che la carenza di ferro è più frequente nelle donne e in particolare nelle donne in gravidanza. Inoltre maggiormente i soggetti all’anemia possono essere i bambini, gli anziani e i soggetti che hanno storie di anemia correlate ad un rischio familiare.
L’anemia si manifesta con dei sintomi clinicamente osservabili e chiari, fra i quali ad esempio possiamo distinguere l’ittero, il mal di testa, l’insonnia, la difficoltà di concentrazione e la tachicardia, oltre ad un colorito pallido della pelle e delle mucose.
Per diagnosticare opportunamente la carenza di ferro, bisogna rivolgersi ad un medico che provvede a far effettuare gli esami del sangue. È necessario eseguire l’emocromo completo per poter rispondere in maniera adeguata anche con le cure farmacologiche necessarie, con la revisione delle abitudini alimentari e della dieta quotidiana o, eventualmente, anche con l’uso di opportuni integratori.