Identificato il gene che regola la schizofrenia
Un gene che agisce come “regolatore” della schizofrenia. Sta riscuotendo un certo interesse la scoperta fatta dall’Ospedale Pediatrico di Philadelphia, negli Stati Uniti, che tramite una ricerca ha individuato e identificato questo gene. Il lavoro, pubblicato sull’autorevole rivista scientifica Science Advances, potrebbe risultare determinante nel predisporre delle cure e dei trattamenti specifici per la schizofrenia, una psicosi cronica caratterizzata dalla persistenza di sintomi di alterazione delle funzioni cognitive e percettive, del comportamento e dell’affettività.
Identificato il gene Tcf4 come regolatore principale della schizofrenia
A riferirlo sono gli stessi ricercatori statunitensi, che hanno applicato un algoritmo sviluppato presso la Columbia University per arrivare all’identificazione del gene Tcf4 come un regolatore principale della schizofrenia durante lo sviluppo iniziale del cervello.
Lo studio è praticamente uno dei primi esempi riusciti di un’efficace combinazione tra approcci computazionali e modelli sperimentali che si basano su cellule staminali per arrivare proprio ad individuare e districare reti di geni complessi nelle malattie che interessano la sfera psichiatrica.
Una patologia, quella della schizofrenia, che è presente in ogni angolo del nostro pianeta e che stando agli ultimi dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) colpirebbe addirittura 24 milioni di persone in tutto il mondo.
In Italia le persone affette da schizofrenia sono 245.000: lo rivela un rapporto dell’OMS
Solo in Italia le persone affette da schizofrenia sono 245.000, sempre stando ai dati pubblicati dall’OMS. Il “report” pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità evidenzia come uno schizofrenico su tre sia in grado di riprendersi completamente e tornare a svolgere una vita normale, mentre circa il 30% di coloro che soffrono di questa condizione psichiatrica devono proseguire le terapie, con inevitabili conseguenze dal punto di vista sociale. Nel restante 30% dei pazienti la malattia diventa cronica ed è pertanto impossibile arrivare ad una regressione.