Alzheimer: la lingua d’origine influisce sulla malattia
L’Alzheimer è una malattia degenerativa oggi ritenuta la causa più comune di demenza. È provocata dalla degenerazione delle cellule cerebrali con conseguente declino delle funzioni cognitive. La ricerca è molto impegnata nel cercare di capire quali siano le cause di questa malattia. Adesso un nuovo studio dell’Università della California in collaborazione con l’ospedale San Raffaele di Milano ha dimostrato che c’è un fattore chiave nell’insorgenza della malattia, che è rappresentato dalla lingua d’origine.
Come si è svolta la ricerca
La ricerca ha preso in considerazione 38 persone che soffrivano di afasia progressiva. 20 di questi pazienti parlavano inglese, mentre gli altri 18 parlavano la lingua italiana. Con l’afasia progressiva primaria, nome che la patologia assume in gergo medico, si tende a perdere la capacità di capire il significato delle parole. Inoltre i pazienti manifestano una certa difficoltà nel pronunciare alcuni termini.
Considerando questi disturbi del linguaggio, i ricercatori hanno scoperto che essi possono precedere anche la comparsa della neurodegenerazione. Esaminando le caratteristiche diverse che l’afasia assume nei pazienti parlanti lingue differenti, hanno scoperto che la lingua d’origine agisce su una maggiore predisposizione al declino delle facoltà cognitive.
Le varie fasi della neurodegenerazione cognitiva
Il decorso della malattia di Alzheimer è unico per ogni persona. Comunque ci sono molti sintomi comuni, che tendono a caratterizzare le varie fasi. Per esempio i disturbi del linguaggio e della memoria possono caratterizzare la fase iniziale dello sviluppo della patologia. Inoltre possono comparire squilibri emotivi e irritabilità.
Nella fase intermedia il paziente progressivamente perde l’autonomia, mentre nella fase più acuta e più grave ha bisogno di un’assistenza continua.