Camminare aumenta la vascolarizzazione del cervello
Camminare è molto importante e fa bene a livello psicofisico. Ma quali sono gli effetti precisi che il camminare ha sul cervello? Lo ha chiarito in una recente intervista rilasciata ad Adnkronos Sergio Pecorelli, professore di ginecologia e ostetricia all’Università di Brescia. L’esperto fa notare tutti i benefici che si possono ricavare dalla camminata in termini di salute, configurando il camminare come una vera attività fisica accessibile a tutti.
Gli effetti del camminare sul cervello
Il professor Sergio Pecorelli ha chiarito che camminare è una specie di medicina, che dovrebbe essere somministrata a “dosi corrette”. Si parla spesso infatti di quanto camminare per ottenere dei benefici in termini di salute.
L’esperto chiarisce che, per restare in salute, bisognerebbe camminare mezz’ora al giorno in maniera veloce. Questo tipo di esercizio fisico ha degli effetti molto importanti sul cervello, perché aumenta il numero di neuroni e rafforza la memoria e le capacità cognitive.
Tutto questo succede perché, attraverso il camminare, viene aumentata la vascolarizzazione del cervello e quindi i passi che facciamo ogni giorno contribuiscono a dare energia alle cellule.
Camminare fa bene a qualsiasi età
Molti si chiedono quando cominciare a fare questo tipo di esercizio fisico. Il professor Pecorelli risponde, specificando che camminare fa bene a qualsiasi età. Bisognerebbe abituare i bambini fin da piccoli.
Per esempio specifica che da 2 a 5 anni i bambini dovrebbero fare almeno 3 ore al giorno di movimento sotto forma di sport o di gioco. Camminare sembra essere una vera e propria arma difensiva per fare prevenzione.