Per sconfiggere l’Alzheimer si deve giocare con largo anticipo. Lo ha dimostrato un progetto inglese, che ha fatto notare come sia importante per ridurre la diffusione dell’Alzheimer individuare i fattori di rischio. Attualmente non esiste una terapia risolutiva che possa curare le malattie neurodegenerative. Tuttavia si può agire tamponando i sintomi e facendo una diagnosi precoce, individuando anche i primi segnali che sono presenti spesso molti anni prima.
Il grande studio inglese di cui stiamo parlando è promosso da un’organizzazione no profit per la ricerca sulla demenza. Grazie a questo progetto si stanno raccogliendo numerosi dati, per comprendere come fare ad intervenire precocemente sul rischio delle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.
I dati di cui si dispone in questo momento riguardano non soltanto la salute cerebrale, ma anche quelli sulla salute in generale. Infatti i ricercatori sono convinti che ci siano dei segnali che possono comparire anche molto tempo prima il manifestarsi della malattia e che possono essere molto indicativi.
Fra questi ci sarebbero dei “sintomi” apparentemente non collegati con la demenza, come per esempio i problemi cardiaci o quelli che riguardano il sonno.
Tutti i dati che verranno raccolti dagli studiosi verranno messi in relazione con quelli che riguardano la salute cerebrale di numerose persone in tutto il mondo. L’obiettivo è quello di arrivare ad avere a disposizione immagini del cervello e test cognitivi molti anni prima che possa manifestarsi una qualsiasi forma di demenza, per vedere come sia possibile incidere sui fattori di rischio.
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