Molti occhi sono puntati ancora sulla Cina per quanto riguarda l’epidemia di coronavirus. In effetti proprio l’osservazione di alcuni elementi che hanno caratterizzato la diffusione dell’epidemia in Cina potrebbe rivelarsi importante per capirne di più su questo tipo di infezione. A Wuhan, come anche in Corea del Sud, alcuni pazienti sono definiti guariti, ma risultano ancora positivi dopo 70 giorni.
Gli esperti hanno cercato di rispondere ai molti dubbi dettati da questa situazione. Non è chiaro infatti se si tratta di un nuovo virus o se è l’effetto sempre determinato dal primo contagio. In particolare gli esperti prospettano due scenari.
Potrebbe essere che il paziente definito guarito venga infettato da una persona perché gli anticorpi sviluppati durante la prima infezione non funzionano correttamente. La seconda ipotesi è quella secondo la quale circolerebbero dei virus diversi che possono infettare il paziente più volte.
Tutti sono concordi comunque nel considerare che si tratterebbe di una percentuale molto bassa di pazienti. Si parla infatti a questo proposito dell’1-2%, anche se non ci sono statistiche molto affidabili da questo punto di vista.
Gli esperti spiegano che l’ipotesi più probabile è che, anche dopo la guarigione, il virus non venga distrutto completamente. Potrebbe rimanere nelle vie respiratorie e potrebbe dare vita a replicazioni comunque di poca entità.
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