Più disturbi alimentari nel periodo del coronavirus
I disturbi alimentari sono aumentati nel periodo del coronavirus. Lo sottolineano gli esperti, che lanciano un vero e proprio allarme riguardo a delle malattie come anoressia, bulimia e l’alimentazione che spesso viene condotta in modo incontrollato.
Quanti casi di disturbi alimentari in più con il coronavirus
I dati provengono direttamente dall’Osservatorio epidemiologico del Ministero della Salute. Sono numeri che parlano molto chiaro, perché nel periodo tra febbraio e maggio, quello coincidente con l’epidemia di coronavirus, i disturbi alimentari sarebbero aumentati del 30%, coinvolgendo bambini e preadolescenti.
Una percentuale che fa rendere conto del vero pericolo che stiamo attraversando. Gli esperti hanno suggerito anche che nel periodo del lockdown c’è stato anche un aumento delle persone che soffrono di anoressia nervosa.
Il Ministero ha messo a disposizione il numero verde 899180969. Proprio a questa linea sono arrivate molte telefonate di genitori in apprensione per il comportamento alimentare dei figli.
Perché c’è stato un aumento dei casi dei disturbi alimentari
I disturbi alimentari, secondo gli esperti, sono l’espressione di un vero e proprio disagio, speciamente per quei ragazzi che vivono forme di isolamento, come quelle che si sono attraversate per far fronte al contenimento dei contagi.
Spesso i ragazzini cominciano a sviluppare delle forme di selettività nei confronti del cibo o arrivano al suo rifiuto totale. Ecco perché gli esperti puntano sull’attenzione che ci dovrebbe essere nei confronti della prevenzione.
L’obiettivo sarebbe quello di identificare i problemi in tempo, perché soltanto in questo modo ci può essere un tasso di recupero più elevato. Gli esperti chiedono al Ministero dei servizi dedicati sul territorio.