Un problema molto comune che però spesso non viene trattato e affrontato è quello del vaginismo. Il vaginismo è un disturbo sessuale che colpisce le donne che sono affetta da una fobia del rapporto, da un senso di angoscia e paura per la penetrazione.
Questa paura, che sia consapevole o meno, porta alla contrazione involontaria della muscolatura che circonda la vagina, provocando in casi gravi anche la tachipnea, la tachicardia o la sudorazione fredda. Ma quali sono le conseguenze del vaginismo e come poterlo curare? Scopriamolo insieme!
Il vaginismo è un disturbo che porta ad impedire i rapporti sessuali e la penetrazione, e anche quando avviene il rapporto alla fine si ha una sensazione di bruciore, di dolore e prurito fastidioso. Nei casi molto gravi la penetrazione è impossibile, e nel corso del tempo si possono creare delle microabrasioni oppure dei microtraumi alla mucosa della vagina dovuti magari ai tentativi di avere un rapporto sessuale. Se si tenta di avere rapporti senza una cura si rischia di sviluppare anche delle infiammazioni croniche come la vestibolite della vulva.
Il vaginismo è una condizione che si sviluppa a livello psicologico e che ha degli effetti a livello fisico. Infatti la paura e l’ansia per la penetrazione portano alla contrazione dei muscoli e alle problematiche accennate in precedenza.
La paura della penetrazione può sorgere per diverse ragioni. Alcune donne ne soffrono in quanto hanno sviluppato una vulnerabilità dovuta a un’educazione molto restrittiva, a dei traumi legati a delle suture chirurgiche o ad esami medici traumatici. Non solo, è possibile che si soffra anche a causa di eventi molto traumatici come uno stupro o una tentata violenza sessuale.
Infine, ci sono forme di vaginismo dovute a una vulnerabilità di tipo fisico come la presenza di un imene fibroso e rigido.
Uno psicoterapeuta professionista, come suggerito dallo Studio Le Vele, permette di combattere il vaginismo. Infatti, il vaginismo può essere curato solo se si è in grado di rintracciare quali sono i disturbi cognitivo comportamentali che hanno portato al blocco. Seguendo quindi una terapia sessuologica idonea è possibile sbloccare quel meccanismo che portano le donne che soffrono di vaginismo a eliminare il problema.
Questo disturbo sessuale può essere curato nel 90% dei casi, specie quando la coppia ha comunque una buona intesa sessuale e si impegna nella risoluzione del problema. Lo stesso vale per le donne che sono single, anche loro possono riuscire a combattere il vaginismo e ritrovare il piacere del rapporto sessuale.
Il percorso che si segue con un terapista sessuologo prevede un intervento in varie sedute che serve a rintracciare prima che cosa ha scatenato il problema e successivamente per effettuare i giusti esercizi per riportare la situazione alla normalità.
Infatti, bisogna lavorare sul proprio corpo e sulla propria mente allo stesso tempo eliminando la tensione muscolare che va ad impedire la penetrazione rendendo la sessualità di nuovo un piacere e facendo ritornare anche il desiderio erotico.
Quali sono i principali obiettivi della terapia cognitivo comportamentale? Per chi soffre di vaginismo e si rivolge ad uno psicoterapeuta il primo obiettivo naturalmente è comprendere le cause del disturbo, ridurre la fobia e anche gli spasmi muscolari. Un altro obiettivo è andare a rimuovere tutte quelle cause psicosessuali che favoriscono la comparsa oppure la paura del rapporto sessuale. La cura prevede una terapia sessuale al fine di rilassare i muscoli della vagina e in casi estremi è necessario un trattamento farmacologico al fine di modulare le basi dell’ansia e della fobia e ridurre l’ipertono dei muscoli.
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