I piedi gonfi in gravidanza costituiscono una conseguenza della gestazione e si manifestano soprattutto nell’ultimo trimestre. Il problema può essere dovuto all’aumento generalizzato della ritenzione idrica. Si verifica, durante la gravidanza, un ristagno di liquidi corporei nei tessuti, come conseguenza delle modificazioni ormonali e fisiche legate proprio alla gestazione.
Ci sono vari modi per alleviare o prevenire le caviglie gonfie in gravidanza. Per esempio si deve dedicare la giusta attenzione al riposo e si deve evitare di stare in piedi a lungo. Inoltre si deve cercare di indossare delle scarpe comode e dedicarsi alla cura della dieta. In genere questo problema dei piedi gonfi in gravidanza tende a scomparire nel giro di una settimana dopo il parto.
Piedi gonfi in gravidanza, così come mani e piedi gonfi in gravidanza contemporaneamente: è una condizione che spesso si può verificare, proprio, come abbiamo già specificato, per effetto della ritenzione idrica.
Quindi possiamo dire che il gonfiore dei piedi durante la gestazione può essere visto come una risposta fisiologica del corpo. I segni sono ben evidenti, perché il gonfiore dei piedi è accompagnato a dei cambiamenti che interessano anche la pelle.
La cute infatti appare più stirata, più lucida e più rigonfia, non soltanto in corrispondenza dei piedi e delle gambe, ma anche in altre parti del corpo, come per esempio le mani e il viso.
È facile accorgersi della ritenzione idrica, perché la pelle della persona che è soggetta a tale problema, quando viene premuta anche con un dito, forma una sorta di concavità, che poi tende a scomparire nel giro di qualche minuto.
Abbiamo già specificato che i piedi gonfi in gravidanza sono determinati dal ristagno dei liquidi che si accumulano all’interno dei tessuti. Ma perché proprio la gravidanza è associata a questo ristagno di liquidi? Ci sono varie ragioni che vanno prese in considerazione.
In gravidanza infatti il sangue cambia la sua composizione, perché aumenta la parte liquida rispetto a quella corpuscolare. È proprio la parte liquida che provoca l’aumento della ritenzione idrica.
Inoltre ci sono anche dei cambiamenti ormonali di cui si deve tenere conto. Nelle donne in gravidanza aumentano gli ormoni chiamati progesteroni. Questi ormoni svolgono il compito di vasodilatatori, per cui rallentano la circolazione e favoriscono la stasi sanguigna. Questo è un altro motivo per cui aumenta la ritenzione idrica.
Inoltre non bisogna dimenticare che specialmente nell’ultimo trimestre l’utero si ingrandisce in maniera notevole. Questo porta ad una compressione dei vasi che trasportano al cuore il sangue che proviene dai piedi e dalle gambe. Accade quindi che il flusso sanguigno ha difficoltà a risalire lungo il corpo e i liquidi si accumulano di più negli arti inferiori.
Ci sono molti altri fattori che incidono sul determinare i piedi gonfi in gravidanza. Il fatto stesso che ci si può trovare nelle condizioni di trascorrere tanto tempo in piedi può essere un fattore di incidenza molto importante.
Anche le alte temperature che si hanno nella stagione estiva possono influenzare il processo. Infatti il caldo aumenta la dilatazione dei vasi sanguigni e tende a rallentare la circolazione. Tutto ciò favorisce la stasi ematica.
Lo stare in piedi per tanto tempo influisce in maniera determinante, perché, per una semplice questione di gravità, il sangue ha difficoltà a salire verso l’alto e quindi i liquidi si depositano maggiormente a livello degli arti inferiori.
Altri fattori che si devono considerare sono quelli legati al sovrappeso, perché i fluidi corporei tendono a ristagnare più facilmente nel tessuto adiposo.
Vediamo quali sono adesso i rimedi per i piedi gonfi in gravidanza. È possibile innanzitutto riuscire a mettere in atto dei comportamenti che possono favorire il ritorno alla normalità, sia durante la fase acuta del problema che in genere si manifesta nelle ultime settimane di gestazione che dopo il parto.
Sarebbe bene evitare di stare in piedi troppo a lungo. Bisognerebbe riposare adeguatamente, tenendo le gambe e i piedi più in alto delle anche, una pratica da effettuare almeno un’ora al giorno. È una posizione questa molto importante, perché per effetto della gravità il sangue può risalire più facilmente dagli arti inferiori. Per assumere questa postura ci si può stendere anche sul letto, mettendo qualche cuscino sotto i piedi.
Sarebbe importante indossare delle scarpe comode, preferibilmente senza allacciature. È meglio non avere delle scarpe troppo strette, perché tendono a bloccare la circolazione del sangue. Si possono poi eseguire degli appositi esercizi per i piedi, come per esempio quelli che consistono nel piegarli, nell’allungarli e nel ruotare le caviglie.
Sono dei movimenti molto importanti, perché favoriscono la circolazione del sangue e fanno in modo che non ci siano troppi ristagni nei tessuti del corpo. In generale per favorire la circolazione sanguigna si può fare dell’esercizio fisico moderato. Chiaramente non si tratta di fare attività fisica in maniera molto intensa, perché bastano anche delle semplici passeggiate.
Si deve evitare di stare in ambienti troppo caldi e non ci si deve esporre al sole in estate durante le ore più calde della giornata. Si possono indossare anche delle calze elasto-compressive, delle calze elastiche speciali che favoriscono la circolazione linfatica e del sangue.
Anche la prevenzione contro i piedi gonfi è molto importante. Innanzitutto durante la gravidanza non bisogna esagerare mangiando troppo. Infatti, come abbiamo già detto, l’aumento del peso è proprio uno dei fattori che influenzano la ritenzione idrica. Si dovrebbero limitare i cibi farinacei, come quelli che specialmente contengono lievito, come il pane e la pizza.
Si dovrebbe limitare l’assunzione della quantità del sale, evitando cibi salati, grassi e poco digeribili. Molto importante è anche il consumo di cibi come frutta e verdura, che favoriscono la diuresi e contengono molte fibre utili per regolarizzare l’attività intestinale. Ci sono anche a disposizione molti alimenti ricchi di vitamine che sono soltanto quelle contenute nella frutta e nella verdura, ma anche per esempio quelle che si trovano nelle mandorle, nel germe di grano e nell’olio d’oliva.
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