Covid: quando si parla non è sufficiente la distanza di un metro
Una ricerca svolta sul Covid dall’Arpa e dall’Università di Torino fa nuova luce sulle possibilità di trasmissione del virus. Si parla tanto infatti dell’uso della mascherina come strumento di prevenzione fondamentale per evitare i contagi. Secondo le ultime direttive, l’uso della mascherina è obbligatorio, almeno per il momento, sia negli ambienti aperti che in quelli chiusi. Ma qual è la verità sulle possibilità di trasmissione del Covid 19?
La ricerca sulla trasmissione del Covid 19
L’Arpa e l’Università di Torino hanno condotto una ricerca fatta tramite esperimenti che hanno avuto l’obiettivo di riuscire a comprendere più di preciso come si trasmette il Covid 19 presente nell’aria. In particolare lo studio degli esperti ha voluto capirne di più su quelle distanze che si ritengono di sicurezza e che corrispondono ad 1 metro o ad 1 metro e mezzo di distanza fra le persone.
La ricerca è stata molto interessante, perché ha permesso di saperne di più a questo proposito, mentre nel frattempo anche l’ambito internazionale si sta dedicando allo stesso tema, come per esempio secondo alcuni studi che sono stati pubblicati in Australia da ricercatori che costituiscono dei punti di riferimento mondiali nella gestione dei rischi di infezione.
Le conclusioni dei ricercatori italiani
La ricerca condotta dall’Università di Torino ha dimostrato che, quando si parla, potrebbe non rendersi sufficiente la distanza di un metro. Infatti le emissioni durante la produzione di suoni tramite gli organi vocali risultano essere di una grandezza diversa rispetto alle semplici attività di respirazione e potrebbero agevolare il contagio.