Sonno diurno duraturo e rischio di demenza: il nuovo studio
Nelle persone anziane potrebbe esserci un collegamento tra il riposo eccessivo nel corso del pomeriggio e un rischio più elevato di disturbi neurodegenerativi. Il nuovo studio, realizzato dal team di ricerca dell’Università della California a San Francisco, oltre che dal Brigham and Women’s Hospital e dalla Harvard Medical School, mette in evidenza la possibile presenza di un’associazione diretta tra il sonno frequente nel pomeriggio e un rischio più alto di demenza.
I risultati del nuovo studio sul sonno
I risultati dello studio sono stati pubblicati su Alzheimer’s and Dementia e hanno permesso di scoprire che il sonno durante il giorno è essenziale, ma risulta indipendente dal riposo delle ore notturne.
I ricercatori hanno usato alcuni dispositivi per effettuare la misurazione del sonno di circa 1.400 soggetti anziani, con età media di 81 anni.
In seguito al confronto delle informazioni analizzate, si è scoperto che in chi era rimasto cognitivamente sano in media si riscontrava un incremento del sonno diurno di circa 11 minuti.
Il riposo del pomeriggio è aumentato di 24 minuti in chi ha mostrato dei segni lievi, mentre in chi è stata diagnosticata la malattia di Alzheimer l’aumento del sonno diurno corrispondeva a 68 minuti.
Non ci sono elementi sufficienti per stabilire una relazione causale
In sostanza si è compreso che coloro che dormivano più di un’ora nel corso della giornata avevano un rischio più alto, corrispondente al 40% in più, di sviluppare una patologia degenerativa, facendo il confronto con chi riposava di meno durante il giorno.
I ricercatori spiegano che è difficile poter avere degli elementi sufficienti per mettere a punto quella che può essere considerata una relazione causale, ma sembra che il sonno effettuato nel pomeriggio possa essere un vero e proprio segnale di invecchiamento cognitivo precoce.