Trovato un nuovo gruppo sanguigno ER favoloso! Potrebbe tornare utile per molte malattie
Nel corso dei più recenti studi condotti dagli esperti è stato scoperto un nuovo gruppo sanguigno, denominato ER, che può tornare utile per poter studiare meglio determinati tipi di malattie.
Il lavoro del ricercatore è senz’altro tra i più complessi di sempre, soprattutto perché ogni giorno nuove tecniche e macchinari permettono di studiare meglio il corpo umano in ogni sua singola parte e molto spesso i risultati sono a dir poco sorprendente – permettendo loro aggiornare costantemente le scoperte scientifiche e poter affinare le cure per moltissime malattie.
Proprio di recente un’incredibile scoperta è stata fatta nell’ambito di una ricerca sui gruppi sanguigni; gli esperti sono infatti riusciti ad identificare con maggiore precisione le caratteristiche di un nuovo gruppo sanguigno, al momento denominato ER – rivelazione che ora apre le porte a cure più precise nel caso di pazienti molto particolari.
Gruppo sanguigno ER, la sua scoperta è importantissima
La maggior parte delle ricerche condotte sul sangue e ancora oggi largamente valide sono state condotte all’inizio del ventesimo secolo ma, ovviamente, da quel momento sono stati condotti studi via via sempre più accurati.
Nel 1982 era stato identificato un raro gruppo sanguigno i cui sottogruppo sono diventati argomento principale di ricerche piuttosto accurate. E proprio di recente i ricercatori sono riusciti a scoprire maggiori caratteristiche sugli antigeni presenti in questo particolare gruppo sanguigno, dettaglio che ora apre le porte a cure più precise per pazienti che finora erano difficili da trattare.
Come funzionano i gruppi sanguigni
Ciò che rende questa scoperta particolarmente utile è legato al modo in cui i gruppi sanguigni si comportano in presenza di un antigene. Quando infatti un globulo si trova in presenza di un antigene che non viene riconosciuto come facente parte del nostro organismo si attiva una risposta immunitaria per far sì che le cellule contenenti questo antigene vengano distrutte.
Una situazione simile avviene anche durante la gravidanza, quando mamma e bambino hanno due gruppi sanguigni diversi. Ma può succedere anche nel caso di terapie molto specifiche, per cui il corpo del paziente non reagisce con successo a determinati tipi di trattamento.
Con gli approfondimenti fatti al gruppo ER, però, ora i ricercatori sono in grado di poter affinare le cure nel caso di malattie del sangue (anche nel caso dei neonati) e poter studiare cure con maggiore efficacia. Aggiungendo infatti l’antigene specifico nei pazienti che hanno questo gruppo sanguigno potrebbero aumentare le potenzialità e il successo della medicina trasfusionale.