Un’incredibile scoperta è stata fatta in laboratorio in materia di prevenzione per l’infarto, un vaccino in grado di aiutare i soggetti più fragili. Come funziona e come viene iniettato.
L’infarto del miocardio (ovvero quello che interessa il cuore) è un argomento molto delicato, dal momento che si tratta di una patologia che può cogliere del tutto di sorpresa, soprattutto se non ci sono fragilità particolari.
Proprio per questo si invita sempre alla prevenzione, nel tentativo di avere un quadro completo del soggetto ed evitare questa spiacevole circostanza. Da oggi però ci sarà un valido alleato che aiuterà a semplificare il lavoro dei medici, un vaccino antinfarto che ha un ruolo molto specifico nel contrastare un problema in particolare causa di infarto in alcuni pazienti fragili.
Il primo particolare che è bene sottolineare riguarda le possibilità di applicazione di questo farmaco. L’Inclisiran – definito long active drugs perché ha un’efficacia che dura più a lungo (esattamente come i vaccini) – non sarebbe somministrato in via preventiva a tutti i pazienti, ma solo a quelli che, a causa di determinate patologie, rischiano inctus e infarto.
In particolare la molecola contenuta al suo interno riesce a dimezzare i valori di colesterolo LDL nel sangue – responsabili dell’insorgenza di episodi come l’infarto del miocardio.
Come ha spiegato il dottor Piergiuseppe Agostoni, il principio attivo è in silenziare una sequenza di mRNA nelle cellule del fegato, impedendo dunque l’iperproduzione del colesterolo “cattivo”.
Per quanto riguarda la somministrazione, si tratta di una semplice iniezione che va eseguita ogni sei mesi per ottenere dei risultati soddisfacenti. Esattamente come nel vaccino, dunque, ogni tanto andrebbe effettuato il “richiamo”.
Questi incredibili risultati sono stati ottenuti sottoponendo alla somministrazione del farmaco dei pazienti che non erano riusciti ad ottenere risultati soddisfacenti nemmeno con le statine (che si assume proprio nel caso di colesterolo alto).
Ovviamente le ricerche proseguono, ma il dottor Agostoni è più che ottimista riguardo alla riuscita dello studio. Prossimamente, infatti, dovrebbe essere eseguito un altro test doppio cieco – ovvero quando metà dei pazienti assume il medicinale e l’altra metà il placebo ma né loro né i medici sanno quale dei due – ma i risultati sono già così soddisfacenti al momento che molto probabilmente non serviranno ulteriori conferme.
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