L’acufene si può manifestare in moltissimi modi diversi e solitamente occulta una seria problematica. Ecco cosa causa questo fastidio e dolore all’orecchio.
Tra i disturbi più fastidiosi per il soggetto che ne viene colpito c’è sicuramente l’acufene (anche detto tinnito), caratterizzato solitamente da un ronzio o comunque un rumore che il paziente avverte nelle proprie orecchie anche in assenza di uno stimolo acustico esterno.
Le cause possono essere molteplici – e generano una patologia che ha diversi gradi di severità – e solitamente comporta anche conseguenze pesanti a livello emotivo e mentale del soggetto colpito. Inoltre può essere il primo campanello d’allarme di una seria problematica, vediamo quale.
Vi ricordiamo che l’acufene è quindi un sintomo e non una vera malattia e solitamente è causato da fattori molto ben scanditi. Ad esempio l’esposizione a rumori molto forti può provocarla in via acuta – per cui può durare fino a tre mesi – o subacuta – ovvero se persiste fino a sei mesi. Anche l’accumulo di cerume può comportare questo tipo di problematica e può colpire sia un orecchio soltanto che entrambi – acufene unilaterale o bilaterale.
Nel caso invece si tratti di un problema cronico – ovvero se persiste ad oltranza per più di sei mesi – si può parlare di disturbi decisamente più gravi che non devono in alcun modo essere sottovalutati.
L’acufene non sempre ha una causa ben scandita – come quelle sopra citate – ma solitamente si accompagna all’insorgenza di altre patologie piuttosto gravi. Questo sintomo è infatti piuttosto comune nel caso della Sindrome di Meniere, una condizione che colpisce il sistema nervoso e, in questo caso, è accompagnato anche da problemi di equilibrio e continui capogiri e vertigini.
Anche problemi come otiti o otosclerosi, così come deficit uditivi e traumi cranici possono provocare l’acufene in diversi gradi di severità. Purtroppo però ad oggi non esiste sempre un modo oggettivo per misurare questo disturbo, dal momento che molto spesso è una condizione soggettiva e dunque non misurabile.
Dopo alcuni test uditivi, comunque, è comunque possibile assegnare un grado al questo disturbo e – se il problema si accompagna ad una perdita dell’udito – l’esperto solitamente consiglia l’istallazione di un impianto acustico o cocleare per permettere al paziente di tornare a sentire.
Dal momento, inoltre, che questo disturbo può avere un serio impatto sulla psiche e sull’umore del soggetto colpito, non sono rari i rasi in cui gli esperti raccomandano una terapia cognitivo-comportamentale per abituarsi a questa nuova condizione.
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