Gravidanza: facciamo chiarezza, quali sono i giorni non fecondi
Per una donna, può essere molto importante essere a conoscenza dei giorni non fecondi quelli in cui non si prevede, o si prevede molto meno, di restare incinta, a seconda dell’obiettivo che si vuole perseguire.
Vi sono diversi metodi per evitare rapporti proprio nei giorni fertili. In particolare, le coppie che fanno affidamento ai metodi naturali per la contraccezione, non potranno non chiedersi quali siano i giorni affinché la donna non resti incinta.
Fra i diversi metodi in questione, uno dei più famosi è senza ombra di dubbio il “Metodo Ogino-Knaus“. Si parte, per il medesimo, dalla data d’inizio del ciclo mestruale per arrivare alla data di terminazione dello stesso. Dalla data vanno poi sottratti 14 giorni, per ottenere il giorno centrale in merito al periodo di ovulazione.
Sulla base del metodo, dunque, i giorni sono così individuati: si prenda il giorno individuato di cui al passo precedente, il periodo di ovulazione va da due giorni prima a due giorni dopo tale giorno. Essendo il periodo fertile, si dovranno evitare rapporti se non si vuole arrivare al concepimento.
Gli altri metodi per calcolare i giorni non fecondi
Anche il metodo della temperatura basale è piuttosto gettonato. La temperatura è da rilevare al mattino, e solo ed esclusivamente con termometri preposti allo specifico uso. E’ un metodo meno immediato, ma efficace. I valori andranno riportati in un grafico per alcuni mesi. Il punto più basso corrisponde all’inizio della fase ovulatoria e coincide al momento in cui astenersi dai rapporti.
L’andamento è ciclico per cui si verrà a sapere qual è il periodo ricercato. In ogni caso l’osservazione è compiuta su alcuni mesi per dare il più elevato grado possibile d’affidabilità. Infatti i cicli sono soggetti altresì a variazioni e il primo metodo qui descritto può avere delle carenze di affidabilità in merito a ciò. Ma anche il metodo della temperatura basale riporta delle criticità, in quanto la temperatura può essere soggetta a variazioni sia endogene (come la febbre), sia esogene (per assunzione di farmaci).
Abbiamo poi il metodo degli stick ovulatori, fra gli altri. Essi si acquistano in farmacia e andranno tenuti sotto al flusso d’urina per 3 secondi. E’ meglio la prima urina, quella del mattino e rileveranno il livello di LH, l’ormone luteinizzante responsabile del rilascio dell’ovocita maturo, entro le 24 ore successive. Per non restare incinta, basterà non avere rapporti non protetti nell’ambito della fascia che va da 24 a 26 ore dopo il picco segnalato dal medesimo stick.