Vaccini al via alla 5a dose, per chi è prevista, per chi diventa obbligatoria
Dopo la quarta dose vaccinale, ora disponibile, a breve, la quinta. Il nuovo ciclo vaccinale è alle porte. Ma chi potrà accedere alla quinta dose? E per chi diventa un obbligo?
Per la categoria di vaccino posta in essere, vi saranno delle categorie che potranno accedervi su richiesta, ed altre, certamente le più fragili, per le quali la vaccinazione medesima si pone come obbligo. Quindi, di quali categorie stiamo parlando?
Si parte dal presupposto della fascia d’età. Tutti gli over 60 potranno richiedere, per la propria tutela, il vaccino, mentre sarà fortemente raccomandato per gli over 80, e anche per pazienti con determinate fragilità. Stando all’ultima circolare del Ministero della Salute, ci si dovrà attendere ad una tempistica.
Ossia, dovranno essere trascorsi almeno 120 giorni dalla quarta dose. La finalità del nuovo ciclo vaccinale consiste in un consolidamento del grado di protezione fornito, giungendo così al grado più elevato oggi scientificamente possibile.
Si ravvisa inoltre, nella medesima circolare menzionata, un riferimento all’attuale stato del contesto epidemiologico, presentandosi un’aumentata diffusione del virus, contestuale all’incremento dell’indice di trasmissibilità sopra la soglia epidemica.
Il nuovo ciclo vaccinale: caratteristiche
Si tratta, come per la quarta dose, di un vaccino bivalente. Anche la quinta dose è già stata autorizzata dall’Agenzia Europea del Farmaco (Ema), e anche dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), e valgono altresì come dose di richiamo, a prescindere dal numero di vaccini pregressi. Nella dose ambivalente la metà è costituita dalla dose il cui raggiungimento c’era già stato fino alla terza fase, e per l’altra metà è una dose innovativa, allo scopo di adattamento alle nuove varianti di Omicron.
Le sotto varianti attualmente dominanti sono Omicron 1, 4, e 5. E’ proprio per il debellamento nella diffusione delle stesse che si è introdotta la quinta dose. Nella quarta dose la componente monovalente di base era studiata sul ceppo originario di Wuhan, non più aggiornato alle varianti di Omicron già allora diffuse. Parliamo di metà aprile. Si era deciso pertanto di ricorrere nell’immediato ad un nuovo vaccino senza attendere l’uscita di nuovi bivalenti.