Infarto: smettere questo vizio, fa bene come un farmaco alla terza
I vizi non sono mai qualcosa di salutare, per definizione. Se però si parla di infarto è bene prestare particolare attenzione.
Gli ultimi studi hanno infatti dimostrato che eliminare un vizio in particolare aiuta i pazienti a rischio come tre farmaci assunti insieme.
Le prevenzione prima di tutto, questo sarebbe il mantra che tutti noi dovremmo ripeterci ogni giorni ed evitare quindi i vizi più problematici. In modo particolare dovrebbe essere una legge soprattutto per i pazienti che hanno avuto un infarto o che sono a rischio e, per questo, smettere un vizio che provoca danni incalcolabili.
Infarto, il vizio da eliminare assolutamente
Quando si parla di infarto si ha a che fare con un vero campo minato, dal momento che sono numerosi gli accorgimenti da osservare se si è a rischio o se si ha già avuto un episodio in passato. Sarebbe buona regola infatti prevenire il problema osservando una dieta particolarmente equilibrata ed eliminare ogni tipo di vizio.
In particolare gli ultimi studi hanno dato dei risultati a dir poco sorprendenti in correlazione con un terribile vizio che ovviamente tutti dovrebbero eliminare ma che nel caso di pazienti con problemi al cuore diventa particolarmente centrale.
Stiamo parlando del fumo, quello che purtroppo potremmo definire il vizio per eccellenza. Se infatti sarebbe buona norma per tutti i tabagisti togliersi l’abitudine e smettere di fumare, per i pazienti che hanno già avuto un infarto o che sono particolarmente a rischio sono stati notati dei particolari piuttosto interessanti.
Smettere di fumare: cosa dice lo studio nel caso di pazienti cardiopatici
Sembra insomma che nel caso di pazienti cardiopatici la miglior prevenzione sia smettere di fumare. Ovviamente non solo per evitare che possano sopraggiungere altre patologie – come quelle respiratorie o tumori – ma proprio per salvaguardare il cuore.
Gli ultimi studi, condotti all’Amsterdam University Medical Centre, hanno infatti comparato i dati per stabilire quanti anni di vita guadagnerebbe un paziente cardiopatico se smettesse di fumare o se, in alternativa, non riuscisse a togliere il vizio ma assumesse ben tre farmaci diversi.
I ricercatori sono dunque arrivati alla conclusione che le due misure hanno benefici molti simili – ovvero circa 5 anni in buona salute. La conclusione logica, dunque, è che smettere di fumare equivale (per un paziente con problemi al cuore) come prendere tre farmaci protettivi per il cuore (antiaggreganti, statine e antipertensivi).