Nei casi in cui si verifichi un’intossicazione alimentare da salmonella, la contaminazione avverrebbe non nell’immediato, come si potrebbe ipotizzare, ma a distanza di diverse ore, che possono andare dalle 6 fino addirittura alle 72.
La salmonella è un batterio responsabile di infezioni, trasmesse attraverso i cibi, segnalato per la prima volta nel 1886. Se la manifestazione può in effetti arrivare fino a 72 ore dopo, e nel minimo di 6 ore, c’è da dire che i casi più frequenti di salmonella si registrano tra le 12 e le 36 ore.
Il fenomeno può estendersi fino a 7 giorni. E’ un agente batterico che causa molti disagi e disturbi, ma che viene spesso isolato per le infezioni trasmesse da alimenti. I sintomi sono comunque variabili: possono comprendere disturbi gastrointestinali, che di per sé sono fastidiosi ma non gravi.
Ma potrebbe trattarsi altresì di altre tipologie d’infezioni, che è bene non prendere sottogamba. Si pensi che si tratta d’un batterio con oltre 2.000 varianti in natura. L’accorgenza, a livello storico, è relativa ad un caso di peste suina, del 1886.
Nonostante le tante varianti, c’è da dire che le specie più diffuse sono la “salmonella enteritidis” e la “salmonella typhimurium“.
Esse possono consistere in forme tifoidee e non tifoidee. Le forme tifoidee apportano la febbre tifoide e le febbri enteriche in generale, alle quali contaminazioni sono soggette solamente il genere umano. L’altro caso riporta delle infezioni più comuni, con oltre il 50% di probabilità, e riguarda il mondo animale. Le infezioni gastrointestinali avvengono per contaminazione tramite cibo e acqua per via principale, in entrambi i casi.
Tra le principali cause di rischio uova crude, o poco cotte, con i relativi derivati, così come latte crudo e derivati, frutta e verdura se tagliate in condizioni poco igieniche, potendosi contaminare durante il taglio. Ma anche vari tipi di salse e condimenti, preparati per dolci e creme. Si presti molta attenzione alla carne, specialmente se poco cotta, e i suoi derivati (prodotti di trasformazione).
Le forme cliniche più gravi sono batteriomie e infezioni focali. Le stesse possono colpire bambini e anziani in particolare. Ma anche persone che, a prescinere dalla loro età, soffrono di immunodeficienza, cioé dei deficit del sistema immunitario.
Si lavi bene tutti i cibi, e anche i mezzi che si usano per maneggiarli o tagliarli. Anche la cottura gioca il suo ruolo fondamentale. Per le cure, una terapia a base di fermenti lattici probiotici e soluzioni reidratanti costituiscono la normalità. Si avrà infatti, nella normalità di casi, un fenomeno di diarrea che va accompagnato con le sostanze appena viste.
Esso è fondamentale per espellere dall’organismo i germi della contaminazione. Non è stato possibile mettere a punto un vaccino, viste le varietà presenti. In ogni caso, per le manifestazioni più gravi, che vanno oltre i disturbi all’apparato digerente, si prevede ricovero, e poi uso d’antibiotici.
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