Perché fare il vaccino antinfluenzale, cosa copre e per chi è adatto
Approfondiamo un po’ il tema del vaccino antinfluenzale, ad oggi guardato ancora con sospetto, per capire cosa copre e per chi è più adatto.
Dall’inizio dell’autunno è partita la nuova campagna per il vaccino antinfluenzale, rivolto soprattutto a determinate categorie di soggetti.
Prosegue anche quest’anno la campagna vaccinale per l’influenza, importantissima per poter affrontare l’inverno cercando di prevenire la comparsa di sintomi gravi soprattutto nei soggetti maggiormente a rischio.
Nonostante sia guardato con molto sospetto ancora oggi, il vaccino antinfluenzale non comporta grandi rischi – in ogni caso è sempre bene discuterne con il proprio medico nel caso di patologie particolari – e per questo è consigliato a tutti, fermo restando che ci sono alcune categorie per cui è ancora più indicato.
Vaccino antinfluenzale, a quali soggetti è più consigliato
Partiamo subito con il dire che il vaccino antinfluenzale è davvero per tutti, proprio perché non comporta grandi rischi o effetti collaterali, ma in modo particolare è raccomandato a tutti i soggetti fragili – che hanno patologie croniche del cuore o dei polmoni ma anche reni e apparato circolatorio. Ovviamente i primi interessati, proprio perché considerati più fragili sono proprio gli anziani e, più genericamente, gli over 65.
Ma perché è così consigliato dai nostri medici? La risposta è molto semplice e dipende dalla diffusione del virus dell’influenza. Vi basti pensare che con un solo starnuto si possono espellere circa 40.000 goccioline che viaggiano a centinaia di chilometri all’ora, per cui la diffusione è purtroppo semplicissima.
Per questo, oltre a seguire le regole anticontagio – come lavarsi bene le mani, mettere il gomito davanti alla bocca quando starnutiamo o tossiamo e restiamo a casa se ci sentiamo poco bene – è fondamentale anche effettuare il vaccino.
Vaccino antinfluenzale, come viene fatto
Ad oggi si parla di una progressiva personalizzazione del vaccino antinfluenzale, soprattutto perché gli anziani sono spesso soggetti alla immunosenescenza – ovvero una maggiore resistenza al vaccino, che diventa quindi meno efficace. In tal senso sarà quindi essenziale rendere più “personale” il vaccino per renderlo più efficace.
Ad oggi comunque si utilizza un vaccino quadrivalente, ovvero quello attivo nei confronti dei due ceppi A circolanti e dei due ceppi B attesi per la stagione in corso – si tratta quindi si una soluzione abbastanza ad ampio spettro.
Il periodo migliore per farlo è in autunno, quindi in questi giorni, soprattutto perché potrebbero essere necessari alcuni giorni prima che l’organismo reagisca all’inoculazione.