Incredibile cosa nascondono i nostri capelli

Cosa si nasconde fra i nostri capelli? Vi siete mai posti questa domanda’ Specialmente nel momento in cui si è trattato di occuparvi dell’igiene del cuoio capelluto? 

Siamo sicuri che fra i capelli possa annidarsi, a livello d’impurità, solamente la forfora? Bè, pare che non sia così. I nostri capelli possono ricevere altresì delle contaminazioni dall’ambiente esterni, alcune anche pesanti.

Fra le contaminazioni da cui guardarsi di più, quelle da pesticidi. Ebbene sì, i pesticidi possono contaminare anche i nostri capelli, ce lo rivela una ricerca condotta su base europea, alla quale hanno partecipato anche degli italiani. Vediamo il tutto più nel dettaglio.

La ricerca condotta e la contaminazione da pesticidi

Sono stati 300 gli europei sottoposti al test, con i relativi capelli da analizzare. In particolare, su 300 campioni raccolti sono stati ricercati 30 tipologie di pesticida. La ricerca è stata condotta ad opera dell’organizzazione Good Food Good Farming, che è in realtà un network fra diverse organizzazioni.

La ricerca, a cui hanno partecipato cittadini da 16 dei paesi membri, tra cui l’Italia, ha rivelato un particolare agghiacciante sulla contaminazione da pesticidi. Essa, a quanto sembra, avviene più spesso di quel che si potrebbe credere. Infatti, sul 28% dei campioni di capelli, è stata rilevata la presenza di almeno uno dei pesticidi utilizzati in agricoltura.

Se Ethomofumesate e primiphos-methyl sono molecole ritrovate solamente sui campioni di chi è impiegato nel settore agricolo, vi sono altre molecole, quali il prosulfocarb (9%), il tebucanazol (7%) e l’acetamiprid (5%), più svariate altre in percentuali minori. Queste ultime si trovano anche in chi non lavora nel settore dove si fa uso di pesticidi.

I famigerati pesticidi dunque sarebbero più diffusi nell’atmosfera di quel che si sarebbe propensi a pensare. In Italia, le Associazioni della rete #CambiamoAgricoltura sono state le artefici del reclutamento dei volontari per la suddetta ricerca, con la partecipazione della Fondazione Cariplo.

Le associazioni in questione hanno dichiarato di come sia stato rilevato un segnale d’allarme da non sottovalutare, anche se si tratta di un campione troppo esiguo (300 persone su base europea). Si punta quindi, a detta delle associazioni medesime, a realizzare una ricerca dalle finalità analoghe e su base nazionale.