Emorroidi: quando non si tratta di una predisposizione, cosa fare in entrambi i casi
Possono essere molte le cause che comportano le emorroidi e non sempre si tratta di una predisposizione, ecco cosa fare in entrambi i casi.
È bene conoscere i sintomi di questo fastidioso disturbo per poterlo trattare al meglio e risolvere il problema nel minor tempo possibile.
Uno dei disturbi più temuti dalla popolazione e su cui infatti si discute più spesso sono le emorroidi, un’infiammazione dei cuscinetti vascolarizzati che si trovano a livello anale e che permettono la sua corretta chiusura.
Si tratta purtroppo di una condizione molto comune e piuttosto fastidiosa, per cui è bene conoscerne tutti i dettagli e le cure che si possono utilizzare nel caso si venga colpiti da questa patologia. Vediamo quindi perché si manifesta e come trattarla.
Emorroidi, cosa sono e come si manifesta il disturbo
Partiamo dal presupposto che con emorroidi non si indica la patologia, ma una vera e propria struttura del nostro corpo. Si tratta infatti di cuscinetti spugnosi in cui scorrono molti vasi sanguigni che consentono di contenere le feci garantendo la chiusura del canale anale o favorendo la fuoriuscita delle feci.
Si possono suddividere in interne – ovvero quelle collocate nella parte interna dell’ano e dunque invisibili – ed esterne, quella che sono poste attorno all’orifizio e che sono visibili soprattutto quando si infiammano e gonfiano al manifestarsi del disturbo. In questo caso il soggetto può accusare bruciore durante la defecazione, senso di tensione nella zona e sanguinamento nel caso di problemi alle emorroidi interne.
Per quanto riguarda le prime, ossia quelle esterne, è noto che solitamente si manifestano in seguito ad eccessivo sforzo durante l’evacuazione o anche a causa dell’aumentata pressione durante la gravidanza. Quelle interne invece possono essere causate da stitichezza prolungata, dal rilassamento dei tessuti o spostamento delle emorroidi a causa di uno sforzo eccessivo.
Possono concorrere inoltre anche cattive abitudini come eccessiva sedentarietà, soprappeso, stitichezza, scarsa assunzione di liquidi. Solitamente l’infiammazione delle emorroidi non è di per sé grave ma se trascurate possono portare a complicazione quali intenso dolore, sanguinamento e sviluppo di ragadi anali (ossia dei taglietti fastidiosi nella zona).
Emorroidi, come curarle
Solitamente l’infiammazione delle emorroidi, se sono lievi, si riduce nel giro di poche settimane, ma se la situazione è più complessa è necessario un intervento chirurgico e la guarigione è dunque condizionata in base al tipo di operazione.
Nei casi più “semplici” comunque sono molti i rimedi che si possono adottare, come pomate, gel e supposte – tutte soluzioni a base di cortisone – per mitigare il dolore e rendere più sopportabili i sintomi. In alternativa ci sono anche molti rimedi naturali come pomate, tisane e integratori per la circolazione sanguigna che possono aiutare. Anche i semicupi (ovvero i bagni) con acqua tiepida e bicarbonato possono aiutare a trovare sollievo.
Nei casi più gravi, ovvero con emorroidi di terzo e quarto grado – come anticipato – si procede con l’intervento chirurgico. Fortunatamente la medicina attuale ha reso poco invasivi gli interventi e soprattutto poco rischiosi – si tratta di operazioni laser, legatura elastica oppure di emorroidectomia. Dopo l’intervento solitamente lo specialista prescrive antidolorifici, antibiotici e antinfiammatori per evitare infezioni e soprattutto recidive.