L’Agenzia del farmaco ha disposto il ritiro dal mercato di un farmaco a causa degli effetti potenzialmente letali sui pazienti.
La vendita è stata immediatamente fermata e i pazienti invitati a sospendere immediatamente l’assunzione.
Arriva una nuova allerta, ma questa volta riguarda piuttosto un farmaco, che stando al comunicato dell’Agenzia del farmaco è potenzialmente letale per i pazienti che lo utilizzano.
Nelle analisi condotte sul farmaco, per accertarsi che la sua somministrazione fosse sicura, sono state riscontrate delle molecole dannose per l’organismo e per questo i consumatori sono stati invitati a sospendere immediatamente l’uso.
Una terribile notizie è arrivata in queste ore dall’Agenzia del farmaco, che ha disposto il ritiro dal mercato di un farmaco a causa dei principi attivi che contiene. Si tratta di una serie di medicinali a base di folcodina, utilizzati solitamente sia negli adulti che nei bambini per il trattamento della tosse secca.
Come si apprende nel comunicato rilasciato dall’Agenzia, e ripreso dall’Aifa in queste ore, la loro assunzione potrebbe comportare un grave rischio per la vita dei consumatori se sottoposti ad anestesia generale nei 12 mesi successivi. Dal momento che si tratta di una possibilità che non può essere “esclusa”, l’unica soluzione valida al momento era il ritiro dal mercato del medicinale.
La folcodina è infatti un oppioide che agisce direttamente sul nostro cervello, contenendo il riflesso della tosse e riducendo i segnali nervosi inviati ai muscoli convolti nel processo. La molecola, dunque, si trova in sciroppi, capsule e soluzioni orali in cui sono presenti anche altre sostanze. Creando però forte interferenza con le sostanze utilizzate durante l’anestesia però – si parla di reazioni allergiche potenzialmente letali – è bene sospendere in via preventiva il loro utilizzo.
Questa serie di farmaci, è bene precisarlo, è ampiamente utilizzato in paesi come Belgio, Croazia, Francia, Lituania, Lussemburgo, Irlanda e Slovenia – ovviamente dietro prescrizione medica – mentre in Italia non è mai stato autorizzato l’uso.
Inoltre sono stati invitati gli ospedali a verificare se i pazienti, nei prossimi 12 mesi, hanno assunto questa molecola prima di sottoporsi ad un intervento – ed eventualmente rimandare l’operazione o mettere i soggetti al corrente delle reazioni anafilattiche che potrebbe provocare la combinazione di queste sostanze.
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