Patologie

Fermare la retinopatia da diabete con l’intelligenza artificiale

Un esperto mostra come riconoscere, in teoria, la presenza di una retinopatia – newssalute.it

Un fattore glicemico fuori controllo può causare diversi danni, anche gravi. Non da ultimo la retinopatia. Questa è appunto la progressiva degradazione della retina ad opera del diabete. Ma ora a ciò viene in soccorso l’intelligenza artificiale. Analizziamo meglio la questione. 

Se la glicemia danneggia la retina, ciò può portare fino alla cecità. La retinopatia diabetica è una malattia a sé stante che si sviluppa in seguito al diabete. Non in tutti gli affetti da diabete, ma, statisticamente, in un soggetto su tre.

Per essere curata, la retinopatia dovrebbe essere diagnosticata per tempo, prima che non ci sia nulla da fare. La diagnosi è semplice ed economica da fare: basta effettuare uno screening al fondo dell’occhio.

La diagnosi da retinopatia diabetica e l’intelligenza artificiale applicata

L’immagine di un fondo oculare, rilevata digitalmente – newssalute.it

Se la diagnosi è alla base della cura, o meglio se il problema potrà essere curato con facilità a patto di diagnosticare per tempo la patologia, l’intelligenza artificiale ci viene in aiuto. Per mezzo di un oftalmoscopio, semplice strumento in possesso di qualsiasi oculista, si potrà scrutare l’occhio, nella sua parte bassa, e constatare se vi sia o meno la suddetta patologia.

In quel caso, laddove si volesse conoscere il grado d’avanzamento della malattia, servirebbero test clinici più dettagliati, ma la sua presenza o meno è già facilmente accertabile. Dov’è il ruolo dell’intelligenza artificiale? La suddetta procedura è stata automatizzata, con tutto ciò che ne consegue. Oggi, apparecchi di tipo Smart fotografano il fondo oculare, e applicano alle immagini catturate una serie di algoritmi d’intelligenza artificiale.

Si scoprirà così non solamente la presenza o meno della patologia, ma anche se vi siano avvisaglie in merito alla sua formazione. Oltretutto, la macchina indicherà se è il caso che il paziente si sottoponga a nuovi controlli dopo alcuni mesi (se non vi sono pericoli riscontrati), oppure se è il caso che si sottoponga ad ulteriori test diagnostici, e a quali.

Stiamo parlando dei “Sistemi automatici di valutazione del fondo oculare“, i quali si rivelano estremamente efficaci e con pochissimi margini d’errore per lo screening di primo livello. Tutti i pazienti con diabete di tipo 1 e 2 possono sottoporsi a tale diagnosi. La sensibilità dell’apparecchio è del 91,6% nel rilevamento della retinopatia più lieve, e del 100% (margine d’errore pari a zero) in quella della retinopatia di grado moderato.

Michele De Luca

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