Alitosi: spesso non dipende da una sbagliata igiene orale, ma da malattie extra orali
Sebbene per luogo comune si tenda ad associare l’alitosi con un problema interno alla bocca, in particolare per quanto attiene all’igiene orale, molte volte il problema è fuori la bocca. Parleremo pertanto di alitosi per malattie extra orali.
L’alitosi, che come si saprà altri non è che l’alito cattivo, quindi l’emanazione di cattivo odore. Il medesimo ora viene percepito nuovamente come qualcosa a cui si fa caso per il venir meno delle misure anti-Covid sull’indossare obbligatoriamente la mascherina nei luoghi pubblici.
Molte volte si tratta di un’alitosi transitoria, e per far venir meno la stessa basterà provvedere ad un’accurata igiene orale (lavarsi i denti e gargarismi, ad esempio), ma in altri casi rivelarsi costante.
L’alitosi costante non si cura semplicemente con i mezzi su indicati, in quanto presente per via di altre patologie. Vediamo il tutto più nel dettaglio.
L’alitosi e le patologie non riguardanti il cavo orale
Anche le patologie broncopolmonari potrebbero determinare l’alito cattivo, e le stesse dovranno essere curate a prescindere. In seguito si noterà anche il risolversi dell’alitosi. Il riferimento è a bronchiti, bronchiectasie, ma anche ascessi polmonari o di insorgenza tumorale. Potrebbe poi trattarsi di patologie gastroenteriche, quali ostruzioni, ascessi, infezioni, emorragie, sempre a livello gastroenterico.
Queste complicanze vengono a seguito di diverticolite esofagea. Si ha poi l’acalasia (compromissione delle contrazioni regolari dell’esofago per far passare il cibo verso lo stomaco), che può dare luogo a difficoltà a deglutire (disfagia), rigurgito, ristagno di cibo nell’esofago. Ancora, l’ernia iatale, con il passaggio di parte dello stomaco dall’addome al torace.
Se quest’ultima viene complicata dal reflusso gastroesofageo, è la risalita di materiale con una determinata acidità o dello stesso cibo alla base dell’alitosi. A quel punto i sintomi che possono accompagnare l’alitosi sono bruciore dietro lo sterno (pirosi) e rigurgito. Vi sono infine le malattie sistemiche in qualità di agenti extra orali nella determinazione dell’alitosi.
E’ il caso del diabete mellito, insufficienza renale cronica, insufficienza epatica cronica. In presenza di diabete non riesce la produzione di energia proveniente da glucosio, e ad essere trasformata è la componente di acidi grassi. Si formano così i corpi chetonici, i quali rilasciano nell’alito un odore di acetone. Nell’insufficienza renale cronica, laddove l’insufficienza stessa si manifesti in modo grave, l’alito prende un’odore simile a quello rilasciato dalle urine, detto alito uremico.
Infine, nell’insufficienza epatica cronica, se in forma grave, analogamente al caso precedente, vi è l’emanazione di un odore particolare nell’alito. Si tratta in tal caso di un odore a volte dai toni dolciastri, altre in cui rimanda alle feci.