Vaccini anti-Covid e trombosi, c’è o no una correlazione?
Bisogna far chiarezza sulla correlazione tra somministrazione di vaccino anti-Covid e il rischio di incorrere in tromboembolismo venoso.
Fin da quando sono stati studiati e rilasciati i primi vaccini, non si fa altro che parlare del rischio di incorrere in simili problemi, per cui è bene chiarire una volta per tutte come stanno le cose.
Da quando sono stati rilasciati i primi vaccini anti-Covid, in molti hanno espresso preoccupazione per il rischio di incorrere in problemi come trombosi, piastrinopenia e trombosi con piastrinopenia.
Fortunatamente per chiarire del tutto la situazione è intervenuto un vasto studio pubblicato in questi giorni su Nature in cui sono spiegati i rischi di incorrere in questa patologia sia per i pazienti che abbiano effettuato il vaccino, sia per quelli che invece hanno deciso di non sottoporsi al trattamento.
Rischio trombotico: aumenta in caso di vaccino anti-Covid
Negli ultimi due anni tra le patologie che abbiamo sentito nominare più facilmente c’è senza dubbio la trombosi, che alcuni hanno associato più volte al vaccino contro il Covid, senza però valutare effettivamente i dati a disposizione degli esperti.
Di recente infatti uno studio pubblicato su Nature a chiarito definitivamente che in realtà il rischio di incorrere in un evento tromboembolico è superiore per i pazienti infettati da Sars-Cov-2 se non sottoposti a precedente vaccinazione, che per la popolazione in generale. Per chiarire questo aspetto sono stati esaminati i dati di oltre 5,6 milioni di vaccinati (sia con Astrazeneca che con Pfizer) e sono stati confrontati con quelli di oltre 400.00 pazienti che hanno contratto il Covid ma non erano vaccinati.
I risultati sono stati a dir poco sorprendenti, dal momento che non solo 6 pazienti su 10 che hanno manifestato problemi trombotici avevano almeno un’altra condizione patologica pregressa o utilizzavano un farmaco specifico per il rischio tromboembolitico, ma soprattutto che in realtà con il vaccino il rischio è sceso.
In poche parole se le persone vaccinate avessero contratto il Covid prima della somministrazione avrebbero corso un rischio decisamente maggiore di sviluppare simili problemi. Fattore rischio che che invece si è ridotto notevolmente con la seconda somministrazione. In sostanza, il pericolo più grande di sviluppare una trombosi è più alto in pazienti non vaccinati che in quelli che si sono sottoposti al trattamento.