Bimba di 13 anni salvata da un cancro incurabile grazie a una terapia rivoluzionaria
Arrivano ottime notizie in campo medico, dal momento che una bimba di 13 anni è stata salvata da un cancro incurabile grazie a una terapia rivoluzionaria.
La bambina aveva pochissima chance di sopravvivere dal momento che tutti i trattamenti avevano fallito, ma oggi sta bene grazie ad una terapia innovativa.
Una bambina di tredici anni, affetta da leucemia linfoblastica acuta che non rispondeva a nessuna cura è stata salvata da una terapia a dir poco rivoluzionaria messa in atto grazie alla medicina sperimentale.
Se oggi sta bene, dunque, è solo grazie alla prontezza dei medici e dei ricercatori, che hanno speso tutte le loro energie percorrendo una strada del tutto innovativa. Ecco cos’hanno fatto per riuscire a curare la ragazza.
Bambina di 13 anni salvata dalla medicina sperimentale: che terapia hanno utilizzato
Quando si parla di malattie come la leucemia linfoblastica acuta purtroppo sono molto ridotte le chance di rispondere bene alla terapia classica. Una situazione che si è presentata anche con la giovane Alyssa, per la quale ogni cura tentata sembrava del tutto inefficace.
Eppure i medici e i ricercatori non si sono dati per vinti e hanno tentato la strada della medicina sperimentale. Presa in cura dal team del Great Ormond Street Hospital, è stato utilizzato il base editing, una vera e propria impresa di ingegneria genetica.
Nell’organismo della piccola i linfociti T, che solitamente fungono da anticorpi e distruggono le minacce esterne, erano diventati un problema perché si riproducevano a ritmo elevatissimo e il cancro era dunque particolarmente aggressivo.
Come funziona la base editing e come i ricercatori hanno salvato Alyssa
I ricercatori sono dunque intervenuti per modificare le basi del suo codice genetico – composto da adenina, citosina, guanina e timina – riuscendo dunque a disabilitare in primo luogo il meccanismo per cui le cellule T avevano iniziato ad aggredire l’organismo di Alyssa.
Successivamente hanno rimosso la marcatura chimica che si trova nelle cellule T (chiamata CD7) e hanno modificato la struttura che impediva alle cellule di essere distrutte dalla chemioterapia. Infine sono riusciti ad indirizzare le suddette cellule verso tutto ciò che era marcato come CD7, distruggendo tutte le cellule cancerose.
Ad oggi la bambina sta bene e dopo 6 mesi dal primo intervento genetico il cancro non è più rilevabile nella paziente. Una terapia senz’altro rivoluzionaria che apre la strada ad un nuovo modo di trattare patologie gravi come questa.