Patologie

Influenza del cammello, la nuova pandemia che colpisce i polmoni

Influenza del cammello – Fonte Pixabay

Dal fronte virus arriva un’altra pessima notizia perché gli esperti hanno scoperto l’esistenza dell’influenza del cammello, una patologia che colpisce i polmoni. 

I ricercatori hanno già iniziato a studiarla, poiché si teme che possa scatenare un’altra pandemia a livello mondiale.

Siamo ancora alle prese con il Covid, che quest’anno è affiancato anche da altri due virus piuttosto aggressivi, ma sembra che il pericolo pandemia possa ulteriormente peggiorare a causa dell’arrivo di un nuovo agente patogeno.

Si tratta del Mers-Cov, anche nota come sindrome respiratoria mediorientale o ancora influenza del cammello – una patologia che colpisce i polmoni con gravi sintomi respiratori. Vediamo perché se ne parla tanto e perché si teme una nuova pandemia.

Influenza del cammello, perché è scattata l’allerta

In questi giorni ha iniziato a far parlare di sé l’influenza del cammello, una sindrome che aggredisce i polmoni e che è nota soprattutto in Medio Oriente. Il motivo per cui gli esperti hanno spesso nominato questa patologia nelle ultime settimane è ovviamente dovuto ai mondiali di calcio in Qatar, che ha provocato grandi fenomeni di turismo – e per cui si teme che ora il virus possa diffondersi.

Influenza del cammello – Fonte Pixabay

In realtà questa malattia era già conosciuta fin dal 2012 ed è noto che si diffonde per il contatto ravvicinato con i cammelli o con un’altra persona infetta. Si può anche contrarre mangiando la carne cruda dell’animale o bevendo il suo latte non pastorizzato. Le possibilità dunque che lo spostamento di tifosi delle ultime settimane possa aver facilitano la proliferazione del virus non è assolutamente da sottovalutare.

Ciò che rende particolarmente temibile questa sindrome respiratoria mediorientale è che, per quanto rara fino ad oggi, colpisca le vie respiratorie. Sebbene possa originare anche sintomi lievi, purtroppo sono state registrate polmoniti piuttosto gravi e diversi decessi. Non sono rari anche sintomi gastrointestinali, come la diarrea,  ma anche le solite febbre e tosse.

In Australia, dunque, è già scattata l’allerta, mentre da parte degli altri Stati non sono state rilasciate dichiarazioni in merito. Per quanto riguarda l’Italia invece sappiamo che dal 2021 ad oggi sono stati contagiati circa 2.600 soggetti con un tasso di mortalità del 34% ma che sono stati anche registrati quasi esclusivamente casi di trasmissione cammello-uomo e non uomo-uomo (per cui è improbabile che il virus si diffonda a livello epidemico).

Claudia Anania

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