Ricetta elettronica, stop: il 31 dicembre scade la proroga, dovremmo tornare dal medico
L’uso della ricetta elettronica scade il 31 dicembre, per cui ora ci si chiede se dovremmo tornare dal medico.
In molti si chiedono come saranno le cose a partire dall’1 gennaio e se prevista una proroga per questo sistema.
Negli ultimi due anni, a causa del Covid, è stato introdotto il sistema per l’invio delle ricette mediche in via telematica, facendo sì dunque che i pazienti possano ricevere la prescrizione senza doversi recare dal proprio medico di base.
Una situazione che però potrebbe essere destinata a finire, dal momento che a partire dal 31 dicembre è previsto lo stop alle ricette elettroniche. Cosa succederà a partire dal prossimo anno?
Stop alla ricetta elettronica, per le prescrizioni dovrai tornare dal medico
Con l’emergenza Covid è stato necessario introdurre la ricetta elettronica, ovvero la possibilità per il medico di base di inviare una prescrizione medica “dematerializzata” ai propri pazienti – i quali con un codice inviato per email o via sms dal dottore potevano recarsi direttamente in farmacia e non passare per lo studio.
Una situazione necessaria, dal momento che anche la sala d’aspetto avrebbe potuto rappresentare un punto di diffusione per il virus. Questo provvedimento però smetterà di essere attivo il 31 dicembre, ovvero tra circa 10 giorni, e i pazienti dovranno dunque tornare in studio anche per le prescrizioni più semplici. Proprio per questo ora sono molti i professionisti che chiedono una proroga di questa ordinanza, soprattutto perché si teme enormemente per l’influenza quest’anno.
Non solo, però, passare alla ricetta dematerializzata, come sottolinea anche Silvestro Scotti (segretario nazionale della Federazione Italiana dei medici di medicina generale), questo passaggio è fondamentale anche nell’ottica della vera digitalizzazione che possa anche portare anche alla diffusione del fascicolo sanitario elettronico. I vantaggi di questo processo però sono diversi, dal momento che potrebbe facilitare i professionisti.
Se infatti da un lato ridurrebbe i tempi di attesa nello studio medico – con un evidente beneficio anche per i pazienti – dall’altro diminuirebbe anche i carichi burocratici in un momento in cui ci sono pochi medici sia di base che negli ospedali. “[I medici n.d.r.] sono sempre più oberati con una sempre minore disponibilità di tempo per l’attività clinica” ha spiegato Pina Onotri, segretaria Generale del Sindacato Medici italiani. Al momento si chiede dunque una prima proroga del provvedimento e poi un successivo che renda il suo utilizzo strutturale.