Streptococco A, è allarme: quali i sintomi da non sottovalutare| se non vuoi andare in ospedale
Ad oggi purtroppo si parla di vera e propria epidemia da streptococco A, per cui è importante non sottovalutare i sintomi.
Prestate molta attenzione ad alcuni campanelli d’allarme e non esistete a contattare il vostro medico curante.
Negli ultimi mesi in Regno Unito ha vissuto una vera e propria situazione di emergenza, dal momento che sono sempre di più i soggetti colpiti da streptococco A. Da settembre ad oggi, purtroppo, si contano anche 9 bambini deceduti a causa dell’infezione, per cui è bene prestare particolare attenzione al contagio e, soprattutto, non sottovalutare mai i sintomi che può manifestare.
Cerchiamo dunque di capire quali sono i campanelli d’allarme da tenere in considerazione e, soprattutto, cosa fare nel caso in cui si sospetti il contagio da streptococco.
Streptococco, ecco quali sintomi provoca il contagio
La situazione nel Regno Unito, ovvero l’emergenza data dall’aumento considerevole dei casi di infezione da streptococco, ha ovviamente allertato anche tutto il resto d’Europa e oggi si teme che possa diffondersi provocando altre vittime – solo nel paese appena menzionato in qualche mese sono stati ben 9 i bambini deceduti a causa del batterio.
Proprio per questo i medici hanno iniziato a cercare di allertare la popolazione per far comprendere loro quali sono i sintomi da non sottovalutare – soprattutto perché, purtroppo, c’è anche una grave emergenza che riguarda i farmaci antibiotici e dunque la cura a casa è diventata anche più complessa.
Tra i sintomi che non devono assolutamente essere sottovalutati ci sono la faringite, il mal di gola, la polmonite, la tonsillite ma anche scarlattina e infezioni della cute nonché placche alla gola, tonsille gonfie, linfonodi ingrossati e i più classici mal di testa, febbre sia normale che reumatica.
Inoltre ci sono altri segnali da tenere in considerazione, soprattutto nel caso dei più piccoli, per cui è bene contattare subito il pediatra – ossia se la condizione peggiora e mangia molto poco (o comunque meno rispetto al normale), se ha una temperatura sopra i 39° (38° nel caso sia più piccolo di tre mesi) e se suda molto ed è più caldo del solito in zone come schiena o petto. Attenzione anche al pannolino nei bimbi più piccoli, perché se dopo 12 ore è completamente asciutto e mostra segni di disidratazione è bene mettersi subito in allerta.