Quando si ha a che fare con problemi alla tiroide è molto importante capire quali sono i sintomi preoccupanti e soprattutto come correre ai ripari.
Si tratta di una problematica che non deve assolutamente essere sottovalutata, dal momento che può comportare disturbi piuttosto seri se non trattata correttamente.
La tiroide è una delle ghiandole più importanti del nostro organismo, dal momento che funzione come una vera e propria centralina in grado di controllare e regolare moltissime funzioni essenziali.
Proprio per questo il disturbo della tiroide – nota con il nome di tiroidismo – non è assolutamente da sottovalutare ed è bene intervenire tempestivamente a seconda della problematica manifestata. Ecco quando bisogna preoccuparsi, ovvero quali sono i sintomi, e come possiamo correre ai ripari.
La tiroide è insomma una ghiandola il cui corretto funzionamento è essenziale per il nostro organismo; attraverso la produzione di ormoni regola infatti il la funzionalità di organi, metabolismo, sistema cardiocircolatorio e perfino quello riproduttivo. Per questo un suo disturbo non deve mai essere sottovalutato ed è bene fare immediatamente degli accertamenti in presenza di alcuni sintomi.
Il tiroidismo è più diffuso tra le donne, soprattutto dopo la gravidanza e solitamente è più frequente l’ipotiroidismo (ovvero quando la ghiandola funziona in maniera insufficiente) rispetto all’ipertiroidismo – caratterizzata invece da una produzione eccessiva di ormoni.
Mentre il primo comporta problemi come l’aumento di peso ma anche difficoltà nel dimagrire, astenia, sensazione di freddo, sonnolenza e calo della concentrazione – il tutto dovuto ad un rallentamento dell’organismo – il secondo comporta piuttosto eccessivo dimagrimento, insonnia, tachicardia, sudorazione accentuata e nervosismo. In entrambi i casi inoltre si può incorrere in problemi come infertilità e, in caso di gravidanza, mettere a repentaglio la salute del bambino e della mamma.
Se avete a che fare con i sintomi su menzionati, non esitate a rivolgervi al vostro medico, il quale prescriverà delle analisi del sangue specifiche – ovvero il controllo degli ormoni T3, T4 e TSH.
Si procede inoltre con un’ecografia della ghiandola per valutarne la morfologia e altri esami specifici come l’elastosonografia per controllare la durezza del tessuto o la presenza di un nodulo; in caso di esito positivo si procede con la scintigrafia e l’agoaspirato tiroideo.
In caso di ipotiroidismo si prescrivono farmaci sostitutivi per ripristinare i livelli alterati di ormoni, mentre nel caso di ipertiroidismo si procede con medicine che rallentino la sua funzione (e limitare dunque la produzione ormonale). Ci sono anche casi in cui purtroppo si deve fare ricorso alla chirurgia – ovvero in presenza di noduli; si tratta di un’operazione poco invasiva, che permette al paziente di riprendersi in giornata e che può prevedere sia l’asportazione solo dei noduli ma anche di tutta la tiroide.
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