Manovra: “i malati di cancro non possono aspettare”, salta il piano
Nell’ultima legge di bilancio doveva essere previsto un piano oncologico piuttosto consistente, ma sembra che siano cambiati i sostegni previsti.
Sono già numerose le proteste che si sono scatenate in queste ore per il mancato investimento nella sanità pubblica.
In queste ore la manovra finanziaria ha ricevuto il primo via libera della Camera, ma sono già moltissime le polemiche e le proteste che si sono scatenate in merito alla mancanza di alcuni punti essenziali nel testo.
Tra i punti che sono saltati ce n’è uno che riguarda la sovvenzione del piano oncologico nazionale per poter aiutare gli oltre 3 milioni e mezzo di pazienti che in Italia convivono purtroppo con una diagnosi di cancro. Vediamo dunque quali sono stati i punti esclusi dalla legge di bilancio.
Legge di bilancio, è polemica sui fondi che riguardano la sanità
In base agli ultimi dati forniti dalla comunità scientifica, in Italia sono oltre 3 milioni e mezzo i pazienti che al momento hanno ricevuto di diagnosi di cancro e che in queste ore attendevano aggiornamenti per quanto riguarda la sovvenzione del piano oncologico nazionale che avrebbe dovuto essere prevista nella manovra finanziaria che in queste ore ha ricevuto il via libera dalla Camera.
Il condizionale purtroppo è d’obbligo, dal momento che nella legge di bilancio sembra che questo aspetto non sia stato minimamente toccato. Ad intervenire su questo è stata Elisabetta Iannelli, segretario generale della Favo (ovvero la federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia), la quale ha espresso la sua preoccupazione per il fatto che “sarebbe giunto il momento di tradurre le parole in fatti” riferendosi al fatto che il governo non ha inserito questo punto all’interno del testo.
A suo avviso i malati di cancro non possono aspettare e hanno bisogno di risposte concrete da parte del ministero della Salute. Ad oggi infatti la cura dei tumori costa all’Italia circa 16 miliardi di euro l’anno, ai quali devono essere aggiunti 5 che i cittadini spendono di tasca propria per accelerare i tempi della diagnosi.
Bisognerebbe impiegare dunque maggiori risorse per evitare che la diagnosi di tumore diventi la prima causa di morte nel nostro paese, come del resto ha affermato l’Europa parlando del fatto che nel 2020 ogni giorno circa 11.000 persone hanno ricevuto una simile diagnosi e ben 5.000 hanno perso la vita a causa di una patologia oncologica.