Ci chiediamo quando entri in azione il vaccino antinfluenzale. In altri termini, a quanti giorni di distanza si attiva la protezione, e, in seguito a ciò, quanto dura? Diamo una risposta a questi interrogativi.
L’influenza stagionale, quest’anno è particolarmente avvertita. Essa può costituire un problema serio per la fascia più fragile della popolazione. Si pensi che, se ogni anno vi sono dei decessi per complicanze nei soggetti fragili, complicanze dovute all’influenza, la pandemia attuale si rivela ancora più aggressiva.
I medici consigliano dunque di vaccinarsi contro quella forma influenzale che è stata denominata Australiana (proveniente infatti dall’Australia) e che comporta anche una febbre più alta del solito, a causa della sua intensità.
Non solo, ma la stessa è più propensa al contagio da persona a persona, e la curva statistica inerente al contagio parla chiaro. Ora, premesso ciò, e premesso anche che il consiglio medico per eccellenza è, anche in questo caso, di vaccinarsi, come si dispiega l’azione del vaccino a livello temporale?
Premesso che la soluzione vaccinale, appena inoculata, inizia a dispiegare la propria efficacia, questa non sarà al top fin da subito. E’ bene tenerne conto per valutare che non si è iper-protetti dall’influenza non appena fatto il vaccino. Regolandosi di conseguenza, si potranno tenere degli atteggiamenti di maggior cautela, o almeno ciò verrà più naturale.
Tornando a noi, si pensi che solamente a una decina di giorni di distanza dalla somministrazione vaccinale, si inizia a beneficiare del picco più elevato in termini di protezione. A partire da quello stesso momento, si disporrà di una protezione elevata e costante della durata compresa fra 5 e 6 mesi. Per queste ragioni, il periodo migliore per vaccinarsi è prima della diffusione dell’influenza, cosa che quest’anno si è rivelata più difficile del solito.
In definitiva, infatti, siamo stati spiazzati dal rapido e preventivo diffondersi dell’attuale virus influenzale. Si può dire che siamo pressappoco a metà strada della diffusione in oggetto, ma in ogni caso vale la pena di vaccinarsi, per limitare i danni. Si ricorda che si tratta di un atto di responsabilità non solo verso sé stessi, ma anche verso chi è più fragile. Si eviterà così di contagiare chi si troverebbe più in difficoltà.
I dati sulla vaccinazione antinfluenzale erano in netta ascesa alla venuta della pandemia del Covid-19, nel momento in cui non si disponeva di vaccini specifici. Allo stato attuale invece, sono ancora pochi, relativamente, i vaccinati, e si auspica dal mondo scientifico che questi possano aumentare.
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