Tumore al collo dell’utero, la prevenzione è fondamentale
Quando si parla di tumore al collo dell’utero è bene sapere che la prevenzione svolge un ruolo fondamentale.
Ecco dunque cosa possiamo fare per prevenire questa grave patologia femminile attraverso una pratica molto semplice ma ancora oggi vista con un certo sospetto.
Ancora oggi purtroppo il tumore al collo dell’utero è fin troppo frequente nelle donne, anche se basterebbe fare un minimo di prevenzione per poter eliminare gran parte del dei fattori di rischio che possono provocare questa patologia.
In Italia infatti si parla ancora poco di papilloma virus, uno dei più grandi fattori di rischio che possono comportare il cancro su menzionato, e dunque è pochissima la consapevolezza su come poter ridurre il rischio di contrarre questa patologia. Vediamo cosa dicono gli esperti e, soprattutto, cosa raccomandano.
Tumore al collo dell’utero, basterebbe fare delle semplicissima prevenzione per ridurre i casi
Nel mondo ancora oggi si stimano circa 600.000 casi l’anno di cancro al collo dell’utero con una percentuale ancora troppo alta di decessi a causa di questa patologia, eppure gran parte della prevenzione in questo caso consiste in un semplicissimo vaccino e in test preventivi piuttosto semplici ed economici.
Il primo fattore di rischio di questa patologia è infatti il papilloma virus per il quale da moltissimo tempo ormai esistono dei test fai da te e degli nuovi strumenti di screening che permettono di monitorare attentamente la situazione per evitare che il quadro clinico peggiori. Come spiegato anche dalla dottoressa Valentina Lorenzoni, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, oggi esistono anche trattamenti come l’ablazione termica per il trattamento di lesioni cancerose per ridurre i tassi di cancro nella zona del collo uterino.
Purtroppo, prosegue l’esperta, ancora oggi il vaccino preventivo è poco somministrato, nonostante siano ben noti i rischi correlati al papilloma virus. Questo trattamento è particolarmente efficace se somministrato in età adolescenziale, ma negli ultimi anni si è verificato un calo preoccupante delle vaccinazioni e al momento è la media è ben al di sotto della soglia ottimale (ovvero circa il 95% delle ragazze entro il dodicesimo anno di vita).
Una situazione in parte resa ancora più grave dalla scarsa educazione sessuale nelle scuole, dove non viene spiegato che può bastare anche un rapporto intimo in completo per contrarre questa patologia. Dal momento però che al papilloma sono associati circa il 99% dei tumori al collo uterino, più un altissimo tasso percentuale di altri tumori sia femminili che maschili, si dovrebbe fortificare non solo la campagna vaccinale, ma anche affrontarne una di sensibilizzazione al problema.