Sono state fatte delle scoperte incredibili in merito al tumore al seno ed è stato messo appunto un farmaco che rallenta la progressione della malattia.
Gli studiosi hanno trovato un innovativo farmaco che aiuta a contrastare la crescita del tumore al seno, migliorando le aspettative di vita rispetto alle cure tradizionali.
Sul fronte tumori i ricercatori sono sempre impegnati sia per trovare nuovi indizi che ci permettano di fare prevenzione in maniera più efficace, ma anche provando dei nuovi farmaci che possano rendere la guarigione più efficace.
Proprio in merito a questo punto, di recente è stato scoperto un nuovo incredibile farmaco che rallenta la progressione della malattia e migliora le aspettative di vita rispetto alle cure finora conosciute. Vediamo dunque come funziona questo medicinale e a che punto è il trial medico.
Di recente un nuovo studio pubblicato sul The Lancet ha attirato l’attenzione degli esperti perché ha dato grandi speranze a tutte le donne colpite da tumore al seno e per la precisione da carcinoma mammario triplo negativo – una forma particolarmente aggressiva di cancro femminile. La ricerca è stata presentata dal San Antonio Brest cancer symposium e tratta degli aggiornamenti sullo studio del destiny-Brest03, grazie al quale è stato possibile condurre ricerche avanzate su questa tipologia di malattia.
I ricercatori hanno scoperto che per le pazienti con un cancro avanzato e particolarmente aggressivo come quello su menzionato il nuovo farmaco chiamato trastuzumab deruxtecan è in grado di rallentare l’avanzamento della malattia di quasi due anni rispetto a quanto ottenuto dai trattamenti tradizionali – permettendo dunque di migliorare le aspettative di vita dei soggetti colpiti ma anche migliorando la sopravvivenza di quest’ultime con un’efficacia del 77,4% e dunque riducendo il rischio di morte del 36%.
Il farmaco consiste in un anticorpo coniugato, ovvero nato dall’unione di un anticorpo monoclonale e un farmaco chemioterapico; il primo svolge il ruolo di riconoscere i recettori presenti sulla cellula tumorale e rilascia molecole di medicina chemioterapica in modo che quest’ultima possa intaccare e distruggere la cellula anomala.
Al momento sono state sottoposte ad analisi circa 524 pazienti con risultati piuttosto promettenti, per cui – come spiegato da il responsabile del dipartimento di oncologia del gruppo mammella del San Raffaele di Milano Giampaolo Bianchini – questo farmaco si candida già ora come nuovo standard di cura per tutte le pazienti che abbiano un carcinoma mammario metastatico.
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