HIV: il nuovo farmaco che inibisce la trasmissione
Se una delle piaghe che affligge la società odierna è quella dell’HIV, ora la ricerca scientifica ha fatto passi da gigante, e vi è la disponibilità di un farmaco che riesce ad inibirne la trasmissione. Scopriamone di più.
A quanto pare, ora la trasmissione del virus HIV verrà presto limitata, dato che in molti casi, laddove troverà applicazione la nuova terapia, verrà del tutto inibita.
A rivelarci tali nuovi progressi il Congresso Internazionale di Glasgow sull’HIV edizione 2022. E’ proprio nell’ambito del Congresso che è stato presentato il nuovo trattamento terapico. Esso è fondato su tre farmaci, a loro volta combinati in una sola compressa.
Il Congresso e gli ultimi risultati scientifici sull’HIV
Sono stati presentati al Congresso i dati dell’analisi follow-up dello studio che ha avuto per obiettivo la valutazione della sicurezza. Ma altresì dell’efficacia, per quel che attiene a: BIC/FTC/TAF. Si parla rispettivamente dei trattamenti con applicazione di bictegravir, emtricitabina, tenofovir alafenamide, nel raggio applicativo a 24 mesi e in 9 diversi Paesi.
A partecipare al test attinente allo studio, sia pazienti in precedenza sottoposti ad altre terapie, sia pazienti mai trattati prima di quel momento. Ebbene, su entrambe le tipologie il nuovo trattamento ha avuto effetto. Grazie al medesimo, infatti, la presenza del virus si è ridotta così tanto da non essere neppure rilevabile, prima ancora che non trasmissibile!
Nel corso del periodo oggetto di studio, si è avuta la soppressione del virus, si può affermare. Ciò ha riguardato il 97% di persone mai trattate prima e il 95% di coloro i quali erano già stati pazienti di altre terapie. Visti i dati, gli esiti sono davvero molto incoraggianti. Il farmaco dalla triplice azione, al quale è stato sinora operato riferimento, è il lenacapavir, il quale introdurrà altresì una semplificazione terapeutica.
Si spezzerà cioè il ritmo quotidiano della terapia orale e dunque si allontanerà lo stigma associato. Il farmaco ha due punti salienti: il primo è quello secondo cui non agisce su un singolo punto di replicazione del virus, ma su più punti. Ciò non soltanto all’inizio del processo di replicazione, ma anche in una fase avanzata dello stesso. L’altro aspetto sta nella flessibilità di formulazione.
Se ora si dispone di una formulazione orale, è in fase di sperimentazione quella per via sottocutanea a lunga azione, ovverosia da somministrare ogni 24 settimane.