Sindrome del vomito ciclico, di cosa si tratta e perché non bisogna prenderla sottogamba
Una patologia molto poco nota è la Sindrome del vomito ciclico, ecco di cosa si tratta e perché non bisogna prenderla sottogamba.
Riconosciuta ormai da tempo come grave patologia è purtroppo ancora oggi piuttosto sottodiagnosticata soprattutto nei soggetti adulti.
Ci sono moltissime patologie di cui ignoriamo l’esistenza poiché in realtà sono molto poco frequenti o perché purtroppo spesso vengono sottovalutate o ancora perché confermare la diagnosi è alquanto ostico.
Una situazione analoga si presenta purtroppo nel caso della Sindrome del vomito ciclico, una malattia che solitamente colpisce i bambini ma che può anche manifestarsi negli adulti e che a lungo è stata erroneamente sottovalutata. Presenta infatti dei problemi che non devono assolutamente essere presi sotto gamba, pertanto cerchiamo di fare luce su questa patologia al fine di poterla riconoscere più facilmente.
Sindrome del vomito ciclico: in cosa consiste e perché si presenta
La sindrome del vomito ciclico è stata per la prima volta riconosciuta e descritta nel 1882 da un pediatra inglese e da allora sono stati condotti moltissimi studi che però riguardavano soltanto i più piccoli – non a caso nel 1933 fu definita la “sindrome periodica dell’infanzia“. Soltanto nel 1988 è stato scoperto che questa stessa patologia poteva colpire anche gli adulti, i cui sintomi erano stati fatti rientrare fino a quel momento come facenti parte delle manifestazioni di gastrite o gastroparesi.
La sintomatologia è piuttosto grave, per questo una corretta (e soprattutto tempestiva) diagnosi è necessaria per evitare che il quadro clinico possa peggiorare rapidamente. In genere questa patologia è, come del resto suggerisce anche il nome, ciclica e dunque ha dei periodi di remissione intervallata da fasi acute ma spesso purtroppo sono necessari anche 21 anni prima che possa essere riconosciuta – nonostante il paziente si sottoponga a frequenti ricoveri.
Le cause di questa patologia sono ancora oggi oggetto di studio, ma sono stati individuati diversi fattori scatenanti sia nei bambini che negli adulti, o per lo stress psicologico e l’eccitazione a determinati eventi (che possono anche essere positivi), il mal d’auto o di aereo, la carenza di riposo notturno, i digiuni prolungati, le infezioni e il sottoporsi a grandi fatiche fisiche.
Il meccanismo alla base di questa condizione sembra essere provocato dal fatto che questi agenti stressanti possono alterare l’asse dell’ipotalamo-ipofisi-surrene, che provoca l’attivazione di un ormone del sistema nervoso centrale chiamato Corticotropin Releasin Factor – a sua volta capace di influenzare la motilità del tubo digerente.
Sindrome del vomito ciclico, terapie e cure
Quanto riguarda il trattamento della sindrome del vomito ciclico, innanzitutto è opportuno identificare ed eliminare i fattori stressanti che possono scatenare questa condizione come gli stress emotivi con le abitudini sbagliate che riguardano il digiuno con lo scarso riposo. In caso inoltre si assumano sostanze come vino rosso e marijuana o cibi come cioccolata, formaggi e glutammato di sodio è bene eliminarli tempestivamente.
Per prevenire gli attacchi invece di solito sono utilizzati i farmaci come antidepressivi triciclici (in particolare l’amitriptilina) e se si manifestano anche problemi come emicrania è consigliato procedere anche con l’antagonista degli adrenorecettori o, in caso di pazienti resistenti, anche con il topiramato.
Per gli episodi acuti invece si procede con l’idratazione del paziente, necessaria a causa dei liquidi persi con il vomito ricorrente, ma anche con farmaci che possano bloccare il vomito e i dolori addominali – generalmente sono utilizzati fleboclisi di destrosio al 5-10% con antiemetici.