Patologie

Vitamina D, devi tenerla sotto controllo: corri a fare le analisi del sangue

Come facciamo a sapere se il nostro organismo si ritrova in carenza da vitamina D? La vitamina D svolge funzioni molto importanti per l’organismo e una sua carenza darà il via ad una serie di sintomi in particolare.

Il livello della vitamina menzionata influirà sulla salute delle ossa, ma anche del cuore e del cervello. La sua carenza conduce a sbalzi d’umore verso il peggioramento, oltre ad una maggiore vulnerabilità (maggior possibilità di ammalarsi).

La carenza di vitamina D: a cosa porta? Quali sono i sintomi? – newssalute.it

La vitamina D è stimolata nella produzione, da parte dell’organismo, dall’esposizione ai raggi solari. Non a caso viene denominata anche “vitamina del sole”. Ma quali sono i livelli necessari di vitamina D al di sotto dei quali non dover scendere? In cosa consiste la sintomatologia per una carenza che la riguardi?

La carenza di vitamina D e gli effetti

Premesso che una carenza di vitamina D la si potrà vedere con obiettività dalle analisi del sangue, c’è da dire che essa potrà essere determinata da una scarsa esposizione alla luce solare, ma anche da obesità o sovrappeso. Vi è poi la causa delle malattie autoimmuni. Se si considera che interessa circa 1 miliardo di individui nel mondo, se ne potrà desumere che la medesima patologia sia molto comune.

Come dichiarato dall’Agenzia Italiana del Farmaco, i valori normali di vitamina D si attestano tra 20 e 40 ng/mL. E’ dunque un quantitativo al di sotto dei 20 ng/mL a determinare carenza di vitamina D. Il suo valore dovrà risultare in equilibrio, vale a dire nell’intervallo considerato. Al di sopra del valore più elevato si avrà infatti un eccesso di vitamina D, anch’esso da evitare.

Assumere integratori solamente su consiglio medico – newssalute.it

Laddove dunque dalle analisi dovesse risultare la carenza in oggetto, molto meglio consultare un medico così da valutare l’assunzione o meno di vitamina D sotto forma d’integratore alimentare. In molti casi, ad esempio, si rivela sufficiente esporsi pienamente per almeno un quarto d’ora al giorno al sole. In realtà, a giudizio degli studi, anche una simile esposizione tre volte a settimana sarebbe di per sé sufficiente.

Laddove vi sia una carenza grave poi, sarà meglio ricorrere ad integratori, ma sempre a detta del medico. Si può altresì puntare su un’alimentazione ricca di vitamina D, ma la medesima non si rivela sufficiente a coprirne l’intero fabbisogno. Un caso in cui il medico poi consiglia l’integrazione farmacologica è, sempre col presupposto della carenza, in quei periodi in cui l’esposizione solare continuativa non sia possibile a causa di particolari condizioni metereologiche.

Michele De Luca

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